La richiesta di un finanziamento estero per il Titano non è più un tabù. Lo ha detto apertamente in Consiglio grande e generale, il segretario di Stato alle Finanze, Simone Celli, nel suo intervento di apertura al dibattito sul Bilancio previsionale 2018: «Per il reperimento delle risorse San Marino cerca partner sovranazionali». Parole che fanno alzare i toni dell’opposizione contro il debito pubblico. Mentre i consiglieri di maggioranza li richiamano alla responsabilità e a «sotterrare l’ascia di guerra per affrontare il mostro comune».
Il dibattito sul bilancio previsionale, avviato mercoledì notte e interrotto in notturna, sarà ripreso domani per consentire l’esame degli emendamenti: sono oltre 330 le pagine dell’indice che raccoglie tutte le proposte di modifica al testo presentato in prima lettura. Intanto quello che è emerso dal dibattito è come il pareggio di bilancio sia l’obiettivo dichiarato per un Paese che vuole presentarsi «con le carte in regola» fuori dai suoi confini, in particolare proprio dinanzi ad ‘auspicati’ partner sovranazionali, come il Fondo Monetario.
Di qui l’esigenza di ridurre drasticamente i costi, con tagli del 2,5% alla spesa corrente: «Si prevedono 12 milioni di euro da recuperare di qui a 4 mesi – chiarisce Luca Santolini, C10 – aprendo un fronte intoccabile come quello delle retribuzioni». E nella stessa direzione va anche la riproposizione delle imposte straordinarie, su cui attacca la minoranza. Il governo «cerca di mettere una pezza a un percorso che sarà di grande indebitamento dello Stato», tuona infatti Iro Belluzzi, del Psd. «Saremo fortemente esposti verso l’esterno cosa che si era cercato di evitare in tantissimi anni». Santolini rassicura: «Governo e maggioranza intendono rivolgersi ad organismi internazionali – puntualizza – che non chiedono in cambio le nostri Torri, ma certamente garanzie». Alessandro Bevitori, Ssd sottolinea la necessità che il bilancio sia «dignitoso e presentabile ai contesti internazionali per essere accreditati in determinati organismi sovranazionali cui dobbiamo appoggiarci per aprire il nostro sistema e che ci possono dare liquidità». La pensa diversamente Giovanna Cecchetti, Ps: «Un prestito ad un organismo internazionale ci toglierà sovranità e ci porterà in austerity, facendo debiti su debiti che dovremo pagare». Infine, dal Pdcs, Francesco Mussoni non demonizza la richiesta di aiuto esterno, ma punta il dito contro la mancanza di coraggio politico nel bilancio e, soprattutto di condivisione di un progetto fatto da scelte difficili ma condivise.
Il Resto del Carlino