Tanti gli argomenti caldi di cronaca, attualità, politica e nonostante le vacanze ferragostane il dibattito non si è mai interrotto.
Motivo in più per fare due chiacchiere con “l’ago della bilancia”,ovvero Mario Venturini, Allenza Popolare, partito di maggioranza ma molto critico nei confronti dell’esecutivo.
Consigliere, che idea si è fatto della recente ondata di pulizia, tra arresti e rinvii a giudizio eccellenti? “Leggo i suoi editoriali e sono d’accordo con lei quando scrive che la magistratura sta lavorando bene. Questo a prescindere dai singoli casi. Si tratta di un segno positivo, una evoluzione, alla quale ha contribuito la politica. Il percorso di trasparenza cominciato già negli scorsi anni è stato certamente anche imposto dall’esterno, ma non vi è dubbio che la classe politica abbia raccolto i segnali che provenivano soprattutto dai partiti che hanno assunto per la prima volta responsabilità di governo a partire dal 2006. Sono cambiati impostazione e metodi, anche se il percorso è tutt’altro che concluso, con ricadute per certi versi pesanti sulla vita politica. E si è lavorato per rendere più semplice il lavoro dei magistrati”.
Nessuno può mettere in dubbio che il Titano si sia dotato di strumenti legislativi all’avanguardia, anche più dell’Italia, vedi ad esempio il reato di autoriciclaggio che i nostri vicini non hanno ancora introdotto. Ma a che punto siamo con le intercettazioni? “Francamente non essendo al governo non ho il polso della situazione, ma credo di poter dire che siamo in dirittura di arrivo. Stanno predisponendo gli interventi tecnici, dunque si è ai dettagli. Quando la macchina sarà pienamente funzionante vi sarà un vantaggio indiscutibile, soprattutto per i reati connessi alla mafia e alla corruzione. Poi dovremo naturalmente dare piena applicazione a tutte le norme che abbiamo introdotto. Dobbiamo fare in fretta da questo punto di vista, penso anche all’attuazione della riforma della Pa, che va anche completata laddove serva. Ci sono situazioni verso le quali va immediatamente messa mano proprio nell’ottica della trasparenza, vedi ad esempio i concorsi, previsti per legge, e qui devo ammettere che il Governo è colpevolmente in ritardo”.
Che cosa manca ancora a livello legislativo? “Tante cose. Completare il pacchetto di provvedimenti Antimafia, per esempio. Qualcosa è già stato introdotto, tanto altro resta da fare. Abbiamo a questo proposito una serie di leggi proposte a suo tempo dalla Fondazione Caponnetto, dobbiamo valutarne l’applicabilità in un Pae- se di 30 mila anime. Potrei citare la legge sugli appalti sulla quale la segreteria al Territorio sta lavorando, la riforma del Catasto e del Testo unico in materia edilizia, le Telecomunicazioni. C’è poi l’accumulo di una serie di abusi, sui quali è necessario prendere decisioni chiare su come trattarli”.
Tribuna sta portando avanti una battaglia per aprire un dibattito sulla revisione della procedura penale. Lei come si pone rispetto a questo tema? “Siamo sulla stessa linea. E’ una riforma che non può più essere rimandata. E’ dagli anni’90 che se ne parla anche allora l’argomento era molto attuale. Per quanto ci riguarda siamo aperti a qualsiasi ragionamento per aggiornare l’ordinamento giudiziario e mi piace ricordare che abbiamo contribuito a questo già all’inizio degli anni 2000, dall’opposizione. L’ottica è quella che lei ha già tracciato in maniera piuttosto chiara nei suoi interventi: maggiori garanzie per i giudici, ma anche per i cittadini”.
Passiamo alla Commissione d’inchiesta sul caso Carisp. Qual è l’obiettivo? Che cosa vi aspettate debba emergere?
“La Commissione si è già insediata, ha preso in esame le cose da fare e si è dotata di regole e comportamenti. L’obiettivo è quello di fare chiarezza, di comprendere se vi sono responsabilità politiche e nel caso metterle in evidenza. Mi auguro si possa arrivare ad un documento unitario”.
Qualcuno accusa il Governo di non aver voluto una commissione di inchiesta su Banca Commerciale perché avrebbe qual- cosa da nascondere. Come commenta? “Che è un’accusa ridicola. Intanto non è il governo che decide di istituire commissioni di inchiesta ma è il Consiglio Grande e Generale. In secondo luogo la vicenda oggetto di indagine – Cassa di Risparmio – è stata proposta dall’opposizione. La maggioranza ha solo detto che una commissione non può occuparsi contemporaneamente di tanti casi. Fra sei mesi chi vorrà indagare su Banca Commerciale si faccia avanti”.
Farete tesoro degli errori fatti durante la commissione su Fincapital? A proposito, l’occasione è ghiotta essendo lei stato commissario anche in quella commissione: si può oppure no parlare di errori, col senno di poi?
“Credo che quella commissione abbia lavorato bene, in concordia e unità di intenti. La sintesi unitaria ne è la testimonianza. Fino a quel momento avevamo avuto l’esperienza di commissioni dove ogni schieramento o partito tirava fuori il proprio documento opposto a quello dell’altro e di fatto ciò rendeva vano, perché non credibile, tutto il lavoro. Con onestà le dico che col senno di poi alcuni passaggi sono stati discutibili. Chi ha buon senso e lavora deve anche avere il coraggio di fare autocritica. Proprio per questo e facendo tesoro del passato abbiamo inserito nella legge istitutiva della commissione su Carisp alcune accorgimenti per evitare possibili contestazioni”.
Che aria tira nella maggioranza anche alla luce delle vostre recenti critiche?
“Noi di Ap stiamo sollecitando il governo su alcune questioni. Se l’emergenza principale oggi è legata alla creazione di posti di lavoro si devono dare risposte nel merito. Ora il governo ha annunciato investimenti importanti che a regime dovrebbero portare a 600 nuovi posti di lavoro. Questa è la strada: il governo e i segretari devono avere come impegno primario proprio quello di cercare nuovi investitori. Solo in questo modo si può concretamente combattere la recessione al di là degli slogan. Se non avessimo avuto risposte in questo senso, maggioranza e Governo si sarebbero bocciati da soli. Con franchezza le dico poi che su certe cose si deve cambiare registro. Noi di Ap diamo importanza agli atti quotidiani del Congresso ed alle delibere, comprese quelle di spesa. Anche le spese modeste vanno valutate con attenzione. E devo dire che questo spesso non succede. Anche questa è una impostazione che va corretta. Aggiungo che siamo critici contro l’eccessivo ricorso ai decreti in cui, purtroppo, il governo sta battendo ogni record. O ci sarà un fre- no o prenderemo provvedimenti”.
Passiamo alla questione morale. Come fa Ap ad essere coerente e sedere allo stesso tavolo con partiti che un po’ di guai da questo punto di vista ce li hanno…? “Innanzi tutto spero che la questione morale non costituisca l’elemento destabilizzante per l’attuale quadro politico ma questo non dipende da noi. Essa non riguarda solo il mero aspetto giudiziario ma an- che atteggiamenti e scelte della classe politica negli ultimi anni. Noi abbiamo la coscienza a posto, essendoci stata da parte nostra una denuncia costante verso le anomalie di un sistema politico ed economico che non abbiamo contribuito ad affermare. Ho letto qualche intervento sciocco su facebook, in cui si dice che solo ora avremmo preso posizione sulla questione morale. Si tratta di falsità e sfido chiunque a dimostrare che siamo stati zitti e consenzienti durante il nostro ventennale percorso. E’ diminuita la discrezionalità del Congresso di Stato e se non ci sono più gli scandali degli anni ’90 e dei primi anni 2000 lo si deve anche ad Ap. Abbiamo spinto per togliere i giochi dalle mani private riportandoli in ambito pubblico; c’è stata la legge sul giusto processo; la legge elettorale; abbiamo contribuito alla promulgazione di norme che hanno portato alla trasparenza in ambito economico, bancario e finanziario e la black list è solo un brutto ricordo. Detto questo, aggiungo che i partiti che hanno da rimproverarsi qualcosa sul proprio passato, devono fare chiarezza. Dc e Psd, prendano le distanze dal passato, voltino ufficialmente pagina e facciano pulizia se questo, come credo, si rendesse necessario. Un percorso che hanno iniziato, non c’è dubbio, ma che devono ancora completare”.
A proposito di giochi… c’è chi parla di Stato biscazziere, di violazione degli accordi con l’Italia e di casinò. Qual è la sua posizione?
“Le rispondo anche in questo caso con estrema schiettezza. Abbiamo esaminato il decreto con attenzione e non mi pare vi sia nulla di tutto questo, ma se dovessero essere state interpretate male disposizioni molto tecniche, saremo pronti a correggerci. Tutto sommato si adegua il comparto a ciò che avviene in Italia. Se non facessimo questo non saremmo più competitivi”.
Col senno di poi trova giustificato l’accanimento anche mediatico che si è tenuto negli anni passati contro San Marino?
“Il nostro Paese ha avuto grosse responsabilità. La stessa classe politica deve fare autocritica per essersi resa conto in ritardo di quanto avessimo oltrepassato certi limiti. Col senno di poi devo riconoscere che la campagna mediatica contro San Marino è stata eccessiva ed esagerata. La questione della Cassa di Risparmio, ad esempio, ha messo ulteriormente in ginocchio la nostra economia e alcuni aspetti di una probabile guerra condotta dall’esterno vanno chiariti e mi auguro che la commissione possa contribuire a questa chiarezza”.
Soddisfatto dal clima di spending review? “Non siamo soddisfatti sulla revisione di spesa: si poteva fare di più e meglio. Il governo non è intervenuto in certi settori ed è rimasto frenato su altri. Ma, di sicuro, ne riparleremo nel prossimo Bilancio”.
Nuove tasse dunque?
“Guardi, le tasse sono già abbastanza. Per carità, non ritengo si sia passato il segno come in altri Paesi, ma è ovvio che le tasse a San Mari- no sono state aumentate e istituite di nuove. Il capitolo, per quanto riguarda Ap e la maggioranza, è chiuso”.
Mi pare molto critico… crede che questo governo mangerà il panettone?
“Credo di essere realista e comunque mi auguro che le critiche siano prese in senso costruttivo. Il governo mangerà il panettone a patto che alcune cose si aggiustino e altre arrivino a compimento. L’esecutivo è sempre sotto esame e la maggioranza valuterà in tempo reale se darà risposte concrete. Altrimenti ne trarremo le conseguenze ma questa è una considerazione ovvia. Attraverso questa intervista mi pare siano definiti alcuni punti e richieste. Vediamo cosa succede”.
David Oddone