Riceviamo e pubblichiamo
Spettabile Direttore,
Mi chiamo Giuseppe e frequento la facoltà di Lettere presso l’Università degli studi di Siena. Essendo all’ultimo anno del mio corso, conosco ormai abbastanza bene i meccanismi dell’Università e, in definitiva, so come muovermi negli intricati meccanismi della segretaria: so a chi rivolgermi per essere informato in tempo della documentazione necessaria, conosco alla perfezione gli orari e so anche calcolare abbastanza precisamente i tempi di risposta dei vari reparti di segreteria.
Qualcosa però, all’inizio di quest’anno, ha destato la mia attenzione.
Vede, la retta scolastica è sempre stata composta da tre rate che variano in base a tre fattori. La prima rata è quella con cui si conferma l’iscrizione e per questo cambia in base al settore scientifico di cui fa parte il corso di laurea, la seconda rata varia in base al merito e infine la terza viene calcolata in base al reddito.
Leggendo il regolamento in vigore per questo anno scolastico, ho notato che tale ultima rata per gli studenti stranieri – che fino all’anno scorso era calcolata con la conversione in valore ISEE della dichiarazione dei redditi del proprio stato – sarebbe stata calcolata moltiplicando il valore della rata più alta, applicabile a chi ha reddito superiore a 90.000€, per un coefficiente calcolato in base al PIL dello stato di provenienza. Tutto questo ha portato il valore della sola rata sul reddito a oltre 2000€, valore a cui dovrebbe poi essere sommato quello delle altre rate portando così il costo complessivo a 3000€.
Il mio sconcerto davanti a questa decisione dell’università si è tramutato in rabbia quando, tramite un calcolatore messo a disposizione dell’università, ho scoperto che a parità di reddito un italiano avrebbe pagato intorno ai 350€.
Mi sono dunque sentito discriminato in quanto, secondo i calcoli effettuati dallo stesso sito dell’università, verrei a pagare 1700€ in più soltanto per essere cittadino sammarinese. Questo avviene perché il nuovo regolamento predilige un dato statistico volto a dare una visione economica generale dello stato (il PIL) rispetto a un dato reale volto a rendere conto di una situazione economica individuale (il reddito o l’ISEE). Mi sento quindi svalutato come studente in quanto una situazione giustamente valutata individualmente per gli altri, per me e per altri studenti sammarinesi come me viene valutata in base allo stato di provenienza e quindi appiattita.
La situazione è ulteriormente peggiorata quando, avendo parlato insieme ai miei genitori con le Segreterie del nostro stato, queste non sono state in grado di imporsi in questa situazione al fine di avere un trattamento equo. Mi sono quindi ritrovato in una situazione in cui non solo la mia Università mi ha discriminato, ma nemmeno il mio Stato è stato capace di tutelarmi. Noi siamo un piccolo Stato e proprio per questo è facile subire prevaricazioni del genere, per questo motivo ho deciso di portare alla Sua attenzione quello che sta succedendo in quanto ingiusto e discriminatorio per gli studenti sammarinesi e con la speranza che questa mia lettera possa portare mettere in luce questi eventi.
Sperando nella pubblicazione del contenuto di questa lettera, le porgo i miei saluti
Giuseppe