San Marino. Altra nomina per Antonella Mularoni

Occorrerà rimettere mano alla legge sui trust. E’ quanto si evince dalla delibera n. 3 del 5 giugno che ha per oggetto la ‘Nomina della Commissione per la modifica della normativa sul Trust’. “Il Congresso di Stato – si legge nella delibera – sentito il riferimento del Segretario di Stato per gli Affari Esteri e la Giustizia; vista la nota del Prof. Maurizio Lupoi, Presidente della Corte del Trust dell’11 marzo 2019, prot. n.5/2019RI, con la quale evidenzia la necessità di intervenire sulla attuale disciplina al fine di renderla ancora più di interesse e competitiva oltre confine; delibera di nominare il Prof. Maurizio Lupoi quale Presidente della Commissione incaricata, di procedere alla modifica della normativa sul Trust; delibera altresì di nominare quali membri effettivi della Commissione il Dirigente del Tribunale o un suo delegato, Il Dirigente dell’Ufficio del Registro e Conservatoria o un suo delegato, il Dirigente dell’Ufficio Tributario o un suo delegato, un Rappresentante di Banca Centrale, un Rappresentante di Abs, un Rappresentante di Aif, un Rappresentante dell’Ordine Avvocati e Notai, un Rappresentante dell’Ordine Commercialisti e Revisori contabili, l’Avvo.to Antonella Mularoni e l’Avv.to Andrea Vicari quali esperti esterni”. Stendiamo un velo pietoso su questa ulteriore nomina che viene data ad un membro molto noto di Ap, Antonella Mularoni che ne colleziona un’altra dopo essere stata eletta membro del cda di Bcsm, vice direttore dell’Agenzia di sviluppo, ambasciatore a disposizione. Preme invece sottolineare come negli ultimi tempi si sia fatto un gran parlare di trust e di quanto la normativa di riferimento fosse stata ben scritta (effettivamente sotto molti aspetti lo è). E’ invece recente la sentenza del Collegio Garante della costituzionalità delle norme, la n.7 del 22/05/2019, che ha dichiarato incostituzionale il procedimento di appello della corte dei trust regolato dall’Art. 11, c. 6 del decreto delegato n. 128/2013, indicando che gli effetti della norma impugnata siano tali da provocare “un totale e illegittimo svuotamento della funzione giurisdizionale del Giudice d’Appello”. Vale a dire che all’interno della normativa è stato evidenziato un problema che fa scricchiolare l’impianto. Esso ha a che fare con la Corte dei trust che è un organo giudicante indipendente dal Tribunale, con giudici diversi che non hanno nemmeno il controllo del magistrato dirigente. Un organo di primo appello rispetto alle cui sentenze possono essere presentati ricorsi. E’ in questo momento che il Collegio Garante ha evidenziato un problema. La Corte dovrebbe nominare un giudice terzo, il giudice D’Appello, ma quel giudice terzo deve fare riferimento obbligatoriamente ad un documento tecnico prodotto da un professionista, il Sapiens (non un giudice) nominato sempre dalla Corte dei trust, mediante “un regolamento da emanarsi dal Presidente della Corte, regolamento, peraltro, che non sembra sia mai stato deliberato”. Il Giudice d’Appello è dunque influenzato dalla Corte dei trust che ha già emesso la prima sentenza.
Non si comprende come il Congresso di Stato possa dare l’incarico di Presidente di una commissione di studio sulle modifiche alla normativa dei Trust, all’attuale Presidente della Corte dei Trust, non solo in completo spregio al principio di separatezza dei poteri democratici (legislativo, giudiziario ed esecutivo) ma a colui che in passato ha collaborato alla stesura delle norme che oggi vengono dichiarate incostituzionali dal Collegio dei Garanti e che lo scorso dicembre è stato ricusato come giudice, sempre dal medesimo Collegio dei Garanti, per aver giudicato in una causa sul cui oggetto era stato in precedenza anche consulente nell’ambito della propria attività professionale svolta in Italia. Di trust e relative normative si parlerà anche durante il prossimo Consiglio Grande e Generale dove con ogni probabilità verrà portato in ratifica un decreto che era rimasto sospeso durante la passata sessione. Sui trust si sta infatti spingendo molto. Viene da chiedersi tuttavia se ciò che dice il Collegio Garante verrà tenuto in considerazione. In quel caso sarà tutto da rifare?

Repubblica Sm