Due cardiologi, un pediatra e un ortopedico. Sono solo gli ultimi medici che hanno annunciato che non intendono continuare il loro rapporto di lavoro con l’ospedale di San Marino.
Negli ultimi anni, come aveva già reso noto anche l’Asmo, l’Associazione sammarinese dei medici ospedalieri, se ne erano già andati: 14 ginecologi, cinque chirurghi, cinque ortopedici, tre anestesisti-rianimatori, nove pediatri, cinque internisti, due radiologi, cinque cardiologi.
Tra i reparti più in sofferenza ci sono: pediatria, cardiologia, ginecologia e il pronto soccorso, come conferma anche il direttore generale dell’Iss, Andrea Gualtieri.
C’è una notevole difficoltà a trovare medici ospedalieri.
«Sì, ma come succede anche per l’Ausl Romagna e in tante altri parti d’Italia».
Non c’è dubbio, ma qui sembra esserci il problema di fare restare i medici, una volta reperiti.
«Molti fanno altre scelte, anche di tipo personale oltre che professionale. Ad esempio per i pediatri c’è la questione della reperibilità così tanti preferiscono fare il medico di libera scelta così non c’è questo vincolo. Altri optano per strutture private o Ausl molto grandi».
Cosa si può fare per arginare questa tendenza?
«Non possiamo negare di essere meno attrattivi di altre realtà, quindi bisogna rispondere e lo faremo con concorsi di tipo internazionale al fine di arrivare alle assunzioni. Ma vogliamo anche rivedere l’attività organizzativa».
Che cosa significa?
«Un migliore utilizzo dei reparti al fine di rivedere anche il bisogno e migliorare tutto il percorso di cura e assistenza. Ma stiamo lavorando anche con le scuole di specialità per creare una rete e fare venire qui da noi i medici».
Anche il governo risponde all’emergenza dei medici in fuga.
«Per essere attrattivi sul mercato del lavoro dei medici italiani è essenziale poter offrire un contratto di lavoro analogo a quello presente sul territorio nazionale italiano, dove da oltre 20 anni è stato riconosciuto il ruolo di dirigente al personale medico del servizio sanitario nazionale – viene precisato – e in molte strutture private di livello nazionale. Il progetto di legge verrà depositato a breve con l’intenzione di portarlo in prima lettura nel Consiglio Grande e Generale del mese di luglio. Contestualmente ci si attiverà per calendarizzare il confronto con le parti sociali e con i gruppi politici. Insieme – proseguono dall’esecutivo – a questo è altrettanto importante dare risposte in termini di stabilità del rapporto di lavoro attraverso l’emissione di bandi di concorso in particolar modo nei settori con maggiore carenza di personale o dove siano presenti situazioni di precariato di lunga data. Posizioni in via di definizione da parte del Comitato Esecutivo dell’ISS che provvederà nelle prossime settimane a predisporre i bandi e la necessaria comunicazione».
Monica Raschi, Il Resto del Carlino