Tornano le feste di Natale e tornano le polemiche legate alla querelle “Amazon”, questione sul tavolo dell’ormai vecchio esecutivo da anni e mai risolta. Il blocco delle merci in importazione provenienti da Amazon risale infatti a dicembre 2014 e fu deciso dall’allora Segreteria finanze a seguito della mancata regolarizzazione richiesta alla multinazionale alla quale era stato prescritto di conformarsi con le norme sammarinesi, attraverso il conseguente versamento dell’imposta monofase. Le ultime notizie pervenute sulla questione – che risalgono questa volta al dicembre 2015 – parlano della regolarizzazione da parte di Amazon della sua posizione per il pregresso con un incasso per l’erario sammarinese di quasi 1mln di euro di imposta. Contemporaneamente, l’amministrazione fiscale sammarinese aveva identificato e concordato con la nota società procedure semplificate per l’operatività sul territorio sammarinese, al fine di creare le condizioni per la ripresa delle vendite verso San Marino. Condizioni che evidentemente sono venute meno visto che tutt’oggi, come si vede nella foto in pagina, non è ancora possibile acquistare merci dalla Repubblica di San Marino perché l’ordine non viene preso in carico. Rifacendoci sempre a quanto emerso nel dicembre dell’anno scorso, pare che la società al fine di poter assolvere l’imposta sammarinese (monofase) avrebbe dovuto intervenire sui propri software gestionali in relazione a milioni di prodotti, per adeguarsi alla legge sammarinese. Forse per Amazon non c’è tutta questa convenienza, vista la mole di mercato sammarinese rapportata a quella del resto del mondo. Quel che è certo è che la mancanza dell’Iva – sul modello del mercato italiano -crea in questo caso problemi burocratici e gestionali. Chiaramente non può essere una scusa per accantonare un problema che si ripresenta puntuale ad ogni dicembre per i consumatori del Titano che anche quest’anno hanno contattato la redazione per segnalare il disagio e chiedere possibili soluzioni. Va detto con molta chiarezza ed onestà che “ripristinare” il rapporto con Amazon comporterebbe problemi per i nostri commercianti già stretti dalla crisi, i quali potrebbero vedere il loro mercato ancora più “eroso”, con un concorrente – e che concorrente! – in più. Eppure essere tagliati fuori dal mercato mondiale non fa onore a un Paese che vuole affacciarsi all’Unione europea. Senza contare che gli utenti obiettano come di fatto i sammarinesi continuino ad acquistare merce da Amazon utilizzando altri sistemi e che dunque risolvendo la situazione si sanerebbe soltanto quanto oggi si fa ancora, ma con fatica. Magari facendo arrivare la merce ordinata da un amico italiano. Di certo il prossimo Segretario alle finanze – non appena insediato – avrà ben altri problemi cui far fronte, a cominciare dalla finanziaria, ma la questione giace da troppo tempo irrisolta nei cassetti di Palazzo Begni.
la tribuna.sm