Aumentare il patrimonio arboreo, proteggere i corsi d’acqua dai rischi di inquinamento, preservare il territorio dai rischi naturali (in primis quello idrogeologico), sviluppare la mobilità sostenibile (che deve saper coniugare ambiente ed ecologia con la qualità di vita delle persone), modifica e razionalizzazione del trasporto pubblico, efficientamento energetico degli edifici pubblici, promuovere la produzione delle energie rinnovabili, incentivare l’economia circolare, stimolare e supportare la raccolta differenziata.
Un vero e proprio decalogo di best practice ambientali messo a punto dal Congresso di Stato nella sua ultima riunione, per tramite della Segreteria Territorio, per fare seguito agli impegni presi alla Cop26 di Glasgow. Ma soprattutto per dotare San Marino delle migliori caratteristiche operative e delle migliori procedure per contribuire a fermare i cambiamenti climatici.
Un vero e proprio progetto di transizione ecologica, che dovrà passare anche attraverso l’agricoltura con la disincentivazione dell’uso di fitosanitari grazie all’introduzione di una super tassa dal 5 al 17 per cento. Così facendo, si vuole realizzare l’obiettivo di una produzione agricola biologica su tutto il territorio.
Il problema più grosso, al momento, è la raccolta differenziata. Il porta a porta (PAP) è attualmente attivo nei Castelli di Chiesanuova, Fiorentino, Città, Acquaviva, Faetano, Borgo Maggiore, Montegiardino. Manca all’appello il popoloso Castello di Serravalle. E comunque il PAP finora non ha dato i risultati sperati perché San Marino, con il suo 50 per cento di rifiuto differenziato, è ben lontano dalle percentuali dei Comuni limitrofi. Inadempienze da parte dei cittadini? Un sistema che non funziona? Forse un concorso di colpe e di errori, anche perché dove ci sono i vecchi contenitori per i rifiuti lungo le strade, si vedono molto spesso macchine con targa italiana che conferiscono enormi sacchi di rifiuti, spesso traboccanti perfino sulla strada. Insomma, ci sono parecchie cose che non vanno.
Il Segretario al Territorio Canti, nella conferenza stampa di ieri, ha spiegato che in base alle più recenti disposizioni europee, ogni territorio deve cercare di smaltire i rifiuti al suo interno quanto più possibile. Per questo, San Marino vedrà potenziare gli impianti di compostaggio dei rifiuti organici, a cui concorrono gli scarti vegetali della cucina (non carne o pesce, che vanno nell’umido) insieme a sfalci e potature. L’organico costituisce la percentuale più alta rispetto alle altre tipologie di rifiuto. Se unito alla carta, per smaltire la quale c’è già un impianto operante in territorio, si raggiunge il 50 per cento della differenziata che San Marino può trattare al suo interno.
Per quanto riguarda: plastica, vetro e alluminio, le quantità sono talmente piccole, che giocoforza è necessario indirizzarle verso impianti fuori territorio. Per questo, ha spiegato Canti, sono state attivate delle apposite convenzioni con le Regioni Marche e Lombardia. E con questa disposizione, se tutto viene fatto a regola d’arte, l’indifferenziata da smaltire presso i costosissimi impianti del circondario, dovrebbe arrivare a quantità minime.
Altro capitolo fondamentale del programma da realizzare nei prossimi 5 anni è lo sviluppo sostenibile. Un obiettivo cosmico, se vogliamo, perché deve saper coniugare le nostre esigenze odierne, l’economia di mercato e il continuo aumento dei consumi, con la tutela del pianeta per le prossime generazioni. Pertanto le aziende non devono più inquinare, i prodotti devono essere naturali e riciclabili, non si deve più sprecare e bisognerebbe tornare a quell’economia circolare che era tipica delle campagne all’epoca dei nostri nonni.
Molte comunità sono già orientate e attive su questo percorso. San Marino ha demandato la formulazione delle proposte e della strategia complessiva al Tavolo per lo Sviluppo Sostenibile. Il quale dovrà esprimersi tra breve, poi si aprirà una fase di confronto, per fare diventare il Piano attivo entro la prossima primavera. Non solo, ma le strategie individuate, soprattutto quelle riguardanti la creazione di nuove strutture, dovranno essere inserite nel nuovo PRG. Ad esempio: San Marino ha bisogno di un impianto per lo stoccaggio delle acque potabili da poter usare nei periodi siccitosi. Una struttura di tale portata deve per forza rientrare nello strumento urbanistico più importante in dotazione dello Stato.
Maggiori dettagli, ha anticipato il Segretario Canti, si avranno nella prossima legge di bilancio. Ma è sempre bene ricordare, aggiungiamo noi, che i comportamenti virtuosi devono partire anche dai cittadini.
a/f