San Marino. Ambiente: si chiude un anno da record. Si va verso l’adattamento climatico, che dovrebbe diventare l’opportunità di creare un futuro diverso … di Alberto Forcellini

Gli ultimi dati confermano: la seconda parte di dicembre ha visto le temperature posizionarsi diffusamente al di sopra della norma. Nel complesso anche l’ultimo mese dell’anno è risultato perciò caratterizzato da un’anomalia che ha spinto questo periodo verso un vero e proprio record: il 2022 è risultato l’anno più caldo degli ultimi due secoli su tutta la regione italica! Un’annata che passerà alla storia oltre che per le temperature incredibilmente alte, anche per l’eccezionale siccità, altro dato da record, sebbene gli ultimi due mesi abbiano mostrato una preziosa inversione di tendenza. La quale tuttavia non è riuscita a colmare il gap idrico sull’intero territorio nazionale, San Marino compreso. Insomma, qualche pioggia, una spruzzata di neve, temperature più fresche, non sono riuscite a cambiare il quadro generale. Tra l’altro, non sono previste precipitazioni ancora per molto tempo. Prepariamoci a un’altra estate difficile.

Però in America fa freddo. Tanto freddo. Le cronache raccontano di località in cui si sono registrati fino a 50 gradi sotto zero. La “tempesta di Natale” che sta ancora colpendo Stati Uniti e Canada con temperature gelide, ha interessato 250 milioni di persone e ne ha causato la morte di 35. La tempesta Eliot, definita dai meteorologi un “ciclone bomba”, ha abbassato le temperature anche in stati meridionali come Alabama, Florida e Georgia. A Nashville, in Tennessee, la temperatura è scesa sotto lo zero per la prima volta in 26 anni. In Ohio, il ghiaccio e la scarsa visibilità hanno provocato un maxi incidente che ha coinvolto 50 auto e causato quattro morti.

Sembra quasi impossibile, ma questo fenomeno ha analogie molto strette con il caldo anomalo registrato in Italia e in diverse regioni europee. Come due facce della stessa medaglia, il cui aspetto scientifico è spiegato dai tecnici come la conseguenza del cosiddetto jet-stream. Ovvero, la naturale circolazione d’aria ad andamento sinuoso che a 9-12 km di altitudine attraversa tutto il Pianeta, influenzando il posizionamento dei sistemi di alta e bassa pressione. Nel caso specifico l’intensità del jet-stream può essere stata influenzata, a sua volta, dai cambiamenti climatici, determinando temperature molto basse sia nel caso del gelo negli Stati Uniti e nella penisola scandinava a causa dell’aria fredda trasportata a quelle latitudini; sia delle temperature miti nel bacino del Mediterraneo a causa del richiamo di aria di origine nord-africana. La curva, rilevano i climatologi, muovendosi con andamento sinuoso porta alla localizzazione dei centri di alta e bassa pressione, determinando, dunque, le condizioni meteo a livello locale.

Ma se fa tanto freddo, non è vero che esiste il riscaldamento globale. Sbagliato. Non si possono fare considerazioni generali su unità di misura locali. Andando a misurare la temperatura media di tutto il Pianeta, emerge inequivocabilmente l’aumento di un grado e mezzo causato dall’inquinamento, il quale a sua volta comporta i cambiamenti climatici, da cui derivano i fenomeni estremi che ormai interessano tutte le latitudini: il gelo negli Usa, le bombe d’acqua nel deserto (vedi l’allagamento del sito archeologico di Petra); lo scioglimento dei ghiacciai, fiumi e laghi in secca, piante e animali che scompaiono per far posto a nuove specie capaci di adattarsi al nuovo clima.

L’Uomo, è per sua natura, la specie più capace di affrontare e sostenere i cambiamenti climatici. Tanto più in epoca moderna, quando le nuove tecnologie consentono di raffreddare case e città durante il grande caldo. Alcuni Paesi come Singapore stanno già investendo in importanti progetti di adattamento urbano. Stessa cosa per il freddo: oggi abbiamo case e indumenti che consentono di affrontare qualsiasi temperatura. Più difficile contrastare le tempeste d’acqua, che dove passano distruggono.

Il cambiamento climatico può essere affrontato con due diverse strategie: l’adattamento e la mitigazione. L’adattamento consiste in interventi idonei a ridurre gli effetti negativi del cambiamento climatico e a sfruttare le conseguenze positive. La mitigazione interviene sulle cause del cambiamento climatico e consiste in interventi idonei a contenere/ridurre le emissioni di gas serra prodotte dall’attività dell’uomo fino al raggiungimento di livelli di emissioni sostenibili.

Bisognerebbe capire che l’adattamento non è limitato solo a prevenire gli effetti negativi del cambiamento: diviene anche un’opportunità per operare riforme politiche, economiche e sociali che modifichino le disuguaglianze provocate dallo sviluppo e limitino comportamenti ambientalmente o climaticamente insostenibili: è quindi l’opportunità per creare un futuro diverso.

a/f

Nella foto: il torrente San Marino dalle parti di Gorgascura