San Marino. Amedeo Michelotti lascia il timone della Federmoto

Il prossimo 19 gennaio la Federazione Sammarinese Motociclistica sarà chiamata ad eleggere il proprio consiglio direttivo per il nuovo quadriennio e, per la prima volta dal 1989, non ci sarà Amedeo Michelotti candidato alla presidenza. Dopo sei mandati consecutivi alla guida del movimento motociclistico sammarinese, ha deciso di farsi da parte. Una scelta ragionata ma non priva di un po’ di sofferenza, perché per lui, che la Federazione l’ha vista crescere giorno per giorno conquistandosi credibilità a livello internazionale, è un po’ come lasciare che un figlio prenda la propria strada.
“Un po’ di rammarico c’è -racconta Michelotti-, ed è normale che sia così perché in questi anni alla presidenza ho visto crescere e diventare grandi tanti ragazzi che hanno fatto, o fanno ancora parte, di questa Federazione. Li considero un po’ tutti miei figli. Credo, però, che come in tutte le cose prima o poi si faccia il proprio tempo; è giusto che mi faccia da parte, soprattutto in questo momento in cui è pronto a partire un nuovo corso, che potrebbe essere quello legato al ritorno del Mondiale di motocross a San Marino, una cosa che non dipende tanto dalla Federazione, ma soprattutto dalla politica, e al Mondiale MotoGp, che è stato rinnovato per altri due anni. E’ giusto che si crei una nuova squadra, che possa valutare bene le situazioni e fare i propri passi. Mi faccio da parte, ma questo non significa che sparirò: sono un appassionato motociclista, ci sarò sempre per questo sport”.
Da presidente Michelotti ha avuto la fortuna e il merito di vedere scriversi alcune delle pagine più belle dello sport sammarinese.
“Il motociclismo sammarinese ha avuto alcuni talenti -racconta-, ma se questi talenti non avessero avuto alla base una Federazione che li mettesse nelle condizioni di dimostrare il proprio valore, probabilmente non sarebbero arrivati. In questi tanti anni alla guida della FSM ho avuto la fortuna di essere coadiuvato da segretari e direttivi molto competenti ed uniti. Ci sono diverse cose di cui vado orgoglioso, in primis quella di avere dato a tutti coloro che avevano passione e capacità la possibilità di provarci. Come Federazione ci siamo sempre rimboccati le maniche, perché il contributo che ci arrivava dal Comitato Olimpico spesso non bastava nemmeno per l’iscrizione ai campionati. Non è stato facile, ma abbiamo sempre trovato le risorse necessarie per permettere ai nostri ragazzi di fare attività. Una politica che abbiamo sempre condiviso e portato avanti -spiega Michelotti- è quella di non prendere parte alle gare tanto per partecipare. Quando gareggiamo in contesti internazionali è perché abbiamo delle possibilità non dico di vincere, ma quantomeno di giocarcela, e non siamo mai arrivati ultimi. Abbiamo sempre premiato il merito e questo è importante perché crea competizione tra i vari piloti. Lo sport è una scuola di vita e il rispetto delle regole è fondamentale. In alcuni casi abbiamo svolto anche un ruolo sociale e questo ci rende orgogliosi”.

Numero uno di una delle Federazioni più piccole al mondo, Michelotti ha sempre goduto di grande rispetto fuori dai confini nazionali, tanto che per 12 anni è stato membro della commissione tecnica internazionale e in seguito, per otto anni, ha presieduto la Commissione Enduro e Rally. Sua la proposta di spostare la Dakar dall’Africa al Sud America, in seguito alle minacce di attentati terroristici che hanno fatto saltare l’edizione 2008.
“A livello internazionale siamo stati sempre molto considerati -spiega Michelotti-, perché rappresentiamo una piccola Federazione e come tale non abbiamo interessi né politici, né economici. Ci interessiamo solo di sport, quello vero, e questo paga a livello di serietà”.
Se gli si chiede di ripercorrere i 27 anni alla guida della FSM, Michelotti parte a raccontare come un fiume in piena. Ricordi e aneddoti sono talmente tanti che non basterebbe un’intera edizione di giornale per contenerli. Tra le soddisfazioni più belle, però, Michelotti ne sottolinea almeno un paio.
“I tanti mondiali di motocross organizzati a San Marino -spiega-, l’essere riusciti a riportare il Gran Premio di San Marino nel calendario MotoGp e i risultati sportivi ottenuti dai nostri ragazzi a livello italiano, europeo e mondiale”.
Già, i risultati. Quelli non sono mancati. Alla guida della FSM Michelotti ha vissuto gli anni più belli del motociclismo sammarinese.
“Siamo una delle Federazioni più blasonate -spiega-, grazie ai due titoli mondiali conquistati da Manuel Poggiali e a quelli vinti da Alex Zanotti nella specialità Baja. Abbiamo un pilota talentuoso come Alex De Angelis che dopo tanti anni nel Motomondiale, quest’anno sarà ancora al via del Mondiale Superbike. Simili risultati, per una Federazione piccola come la nostra, sono soddisfazioni indescrivibile. Onore e merito dei ragazzi e delle loro famiglie che li seguono con tanti sacrifici nella loro attività. Adesso abbiamo dei ragazzi giovani molto promettenti nel motocross e sono convinto che sapranno dimostrare il loro valore. E’ vero, ho vissuto anni bellissimi, ma credo che ce ne potranno essere di altrettanto belli. Lascio una Federazione con un bilancio in attivo, un gruppo di ragazzi che fanno sport ad ottimi livelli e che sapranno farsi valere nei campionati continentali e mondiali. Continueremo a organizzare manifestazioni di carattere europeo e mondiale, a tutto vantaggio dell’intero Paese.

Quali sfide dovrà affrontare chi verrà dopo di me? Oggi viviamo in un mondo molto globalizzato, dove lo sport è diventato un business. Per noi non è possibile partecipare a questo business, dunque dovremo sapere cogliere le occasioni che ci si presentano. Dovremo farlo per due motivi: la prima è che dobbiamo farci conoscere nel mondo e organizzare manifestazioni che portano il nome di San Marino è sicuramente un’ottima vetrina; la seconda è perché solo facendo gareggiare i nostri ragazzi con i più forti piloti al mondo li metteremo nelle condizioni di poter crescere”. La Tribuna Sammarinese