Tenere un animale con sé, prendersene cura, considerarlo parte della propria famiglia, ha un valore inestimabile in termini di arricchimento spirituale. Il che non era sfuggito a Primo Levi che in un volume dal titolo ‘Ranocchi sulla Luna e altri animali’ scrisse: “Se potessi, mi riempirei la casa di tutti gli animali possibili. Farei ogni sforzo non solo per osservarli, ma anche per entrare in comunicazione con loro. Non farei questo in vista di un traguardo scientifico (non ne ho la cultura né la preparazione), ma per simpatia e perché sono sicuro che ne trarrei uno straordinario arricchimento spirituale e una compiuta visione del mondo…”. Ma non c’è solo il lato poetico e in tempi di crisi affrontare l’altra faccia della medaglia, ovvero le spese veterinarie per curare i nostri piccoli amici, non è sempre facile. Nasce da qui l’istanza d’Arengo presentata lo scorso ottobre che chiede la detrazione delle spese veterinarie. “Si chiede – si legge nel testo dell’istanza – che venga valutato l’inserimento delle spese veterinarie come passività deducibili, in sede di dichiarazione dei redditi, per gli animali domestici detenuti legalmente dal contribuente. Una lista non esaustiva delle spese deducibili può essere la seguente: spese per visite veterinarie; spese per interventi; spese per analisi di laboratorio; spese per farmaci veterinari. Può essere inoltre plausibile l’inserimento di una franchigia minima di spesa e duna soglia massima oltre ad un’eventuale limitazione territoriale per la deducibilità delle spese”. Se ne parlerà nella seduta consiliare che partirà oggi per concludersi martedì della settimana successiva.
