San Marino. Anche il prof. Morrone scrive ai Reggenti – articolo completo de LA REPUBBLICASM

La vicenda della presa d’atto dei giudici di appello civile si arricchisce di un nuovo capitolo. Nelle “puntate” precedenti il prof. Barchiesi, da quel che si apprende, avrebbe contestato il giudizio della Commissione di concorso e il verbale che approva la graduatoria, dalla quale risulta essere arrivato terzo, dopo il prof. Andrea Morrone e dopo il prof. Ferdinando Treggiari.

Come noto dalla ex maggioranza si vuole procedere comunque alla presa d’atto di tale graduatoria nonostante il Consiglio sia sciolto e nonostante fra circa un mese si eleggerà la nuova maggioranza, dalla quale nascerà il nuovo governo.

Barchiesi si era rivolto agli Eccellentissimi Capitani Reggenti.

Ora – ne siamo venuti a conoscenza nella giornata di ieri – pare che anche Morrone abbia deciso di prendere carta e penna e rivolgersi ai Capi di Stato.

Si tratta di 8 pagine piuttosto dure, dove il prof. Morrone chiede fra le altre cose che gli venga riconosciuto immediatamente il diritto a diventare giudice di appello e nel quale si paventano anche possibili iniziative legali.

Morrone parla di atto dovuto, anzi di ius ad officium, ossia un diritto perfetto e azionabile a essere nominato nel posto di giudice delle appellazioni. Sempre secondo il professore la presa d’atto del nostro Consiglio Grande e Generale non sarebbe altro che l’adempimento di un “atto dovuto”, privo di discrezionalità, risolvendosi solo in una mera attestazione di conoscenza della graduatoria da parte dell’organo titolare del potere politico e legislativo.

Sorvoliamo sui giudizi che Morrone dà del collega Barchiesi. I toni sono perentori. Si chiede alla Loro Eccellenze di agire.

Noi crediamo che – parliamo assolutamente in generale – dall’Italia non comprendano bene quello che significano per San Marino e per i sammarinesi i Capitani Reggenti. Ciò che questa alta figura incarna.

Altrimenti – ne siamo certi – difficilmente qualcuno si sognerebbe di utilizzare certi toni. Dal canto nostro non possiamo che esprimere tutta la nostra vicinanza alla Massima Magistratura, lanciando l’ennesimo appello a non tirarla per la giacchetta.

I Reggenti vanno lasciati fuori dalla campagna elettorale e da qualsiasi polemica di parte. Quando scrivendo ai Capi di Stato si paventano conseguenze quali risarcimenti di danno e quant’altro, si rischia realmente di passare il seminato.

E i cittadini sammarinesi – non sanmarinesi – rischiano di non accettarlo.

Tale iniziativa – che fa il paio con quella del prof. Barchiesi – rappresenta a nostro modestissimo parere la prova migliore che è necessario fermare le bocce, rinviando qualsiasi decisione al futuro Consiglio.

In ogni caso nel momento stesso in cui si investe la Reggenza di una decisione, essa va assolutamente rispettata: qualsiasi essa sia. Cogliamo l’occasione per riaffermare pubblicamente che questo giornale farà tutto quello che è in suo potere per tutelare i Capi di Stato, ovvero coloro che rappresentano la natura stessa di questa millenaria Repubblica e che negli anni ne hanno preservato indipendenza e autorevolezza di fronte a qualsiasi tipo di nemico interno o esterno.

La RepubblicaSM