Dovrebbe esserci un limite alla decenza. E invece no. La metamorfosi di Rete diventa ogni giorno peggiore e riserva sorprese sempre più inquietanti.
Scopriamo così ad esempio che in Rete ci sono novelli censori. Proprio loro, che fino a qualche tempo fa si facevano paladini della libertà di stampa.
Ma come un po’ tutti i politici, la libertà di stampa vale per quella amica. Non certo per chi scopre le magagne e attacca a destra e a manca.
Quello che non ci saremmo mai aspettati è la convergenza, udite udite, niente meno che fra Rete e CL! Avete capito bene!
Della serie, sull’aborto potremmo anche essere divisi. Ma quando di mezzo c’è il mantenimento del potere.. bé allora è tutta un’altra faccenda!
Ma il meglio, o il peggio, deve ancora venire.
Mentre Libera raccoglie le firme contro il Cot e la gente è sempre più inca… incattivita, per via della piaga che sta prendendo la sanità, che fa il prode Roberto Ciavatta???
Ve lo diciamo noi. Anzi, come spesso accade, ce lo racconta giornalesm. Proprio il sito che qualcuno vorrebbe fare tacere. E si capisce bene il perché.
Leggiamo infatti di una delibera di 17mila euro a favore DI un giornalista per attività di marketing e comunicazione.
Peccato che a quanto ci risulti, ci sono già persone all’Iss che questo lavoro lo stanno facendo.
Quindi? Che vogliamo, mettere su una redazione in ospedale?
Niente da dire sul professionista che non conosco ma sarà sicuramente bravissimo visto che svolge già l’incarico di ufficio stampa per il Congresso di Stato.
Un momento: svolge già l’incarico di ufficio stampa per il Congresso di Stato?
Sorvoliamo. Anche se qualcosa ci sarebbe da dire.
Ma il problema sono gli incarichi a raffica di questo governo. Il problema è che invece di risolvere i problemi, si prendono giornalisti, forse per raccontarla meglio ai sammarinesi?
E come può chi svolge un incarico di fatto politico all’interno del Congresso di Stato, svolgere anche un incarico nel pubblico?
Ciavatta non ne sta letteralmente imbroccando una. Ma soprattutto il suo movimento pare avere perso l’anima, anzi peggio: averla venduta, non al diavolo, ma al Santo!
Tancredi Falconeri