San Marino. Ancora nessuna risposta agli interrogativi di Rete (l’editoriale di David Oddone)

La Repubblica di San Marino si trova sospesa in un delicato equilibrio politico, segnata dalla sorprendente uscita di Rete dalla coalizione di governo. Tale evento ha gettato il Paese in un vortice di incertezza e sollevato interrogativi cruciali sul presente e futuro.

Il fatto che sia stato il secondo partito per numero di Consiglieri a lasciare la maggioranza non può essere ignorato, né che Rete abbia preso una decisione audace, supportata da motivazioni e accuse forti, che finora sono rimaste senza risposta da parte degli alleati.

In questa intricata situazione, sorge spontanea la domanda se sia possibile continuare come nulla fosse, anche a costo di mettere a rischio la coerenza del governo.

La crisi getta un’ombra minacciosa sul prossimo Consiglio, un appuntamento che sarà seguito con occhi vigili e attenti da tutti gli interessati.

A partire da quello che deciderà il Consigliere Marco Nicolini, che ha abbandonato Rete.

Ci sono voci insistenti che parlano di un suo possibile ingresso nelle fila della Dc, un’ipotesi che potrebbe influenzare ulteriormente gli equilibri in gioco.

Intanto nella prima riunione del Congresso di Stato successiva all’uscita di Rete dalla maggioranza, sono state accettate le dimissioni degli ex Segretari di Stato del movimento, e le loro deleghe sono state temporaneamente riassegnate. Questo atto di riorganizzazione interna mira a garantire un funzionamento provvisorio delle Istituzioni sammarinesi.

I Segretari hanno espresso la volontà di concentrarsi sull’Accordo di associazione con l’Unione Europea e di perseguire i progetti e le attività che riguardano lo sviluppo, quali il rinnovo del contratto della pubblica amministrazione, la cartolarizzazione degli Npl e la pianificazione urbanistica con il Piano regolatore generale (Prg) e la riforma dell’Igr.

Tuttavia, il punto di vista di Rete non può essere trascurato. Il movimento ha espresso le sue ragioni in una lettera indirizzata all’Eccellentissima Reggenza.

Rete afferma che proprio divergenze significative con gli alleati e la mancanza di volontà nell’affrontare le misure essenziali per garantire la stabilità delle finanze pubbliche e promuovere uno sviluppo economico in linea con l’integrazione europea, sono state le principali motivazioni del distacco.

Durante il suo mandato, il movimento ha lavorato instancabilmente per proteggere gli interessi del Paese, ma negli ultimi mesi avrebbe assistito a un prevalere del personalismo e dei calcoli elettorali all’interno del governo e della maggioranza.

Di conseguenza, Rete ritiene che gli interessi della Repubblica debbano sempre essere posti al di sopra di quelli di partito e sostiene la necessità del voto per dare voce al popolo sammarinese.

Mica poco!

A ben vedere, persistono parecchi dubbi sulla saldezza e sulla capacità della rimaneggiata compagine governativa di realizzare obiettivi tanto nobili, quanto complicati da portare a casa nelle attuali condizioni.

Difficile comprendere perché non si provino a cercare convergenze con le opposizioni, con un occhio alla prossima legislatura.

In fondo se oggi si può contare su 33 elementi, dopo le elezioni – mantenendo le stesse alleanze – quali saranno le proporzioni?

Non serve essere discepoli di Pitagora per rispondere al quesito.

 

David Oddone

(La Serenissima)