È una tranquilla sera d’estate. Una di quelle serate che servono per rilassarsi, con amici e famiglia, e l’occasione è il concerto di Michele Zarrillo. Che conosciamo, e seguiamo da tempo. In più è molto vicino, dato che viviamo a Rimini, e lui si esibisce a San Marino.
Arriviamo in anticipo, mio figlio ci lascia al campo Bruno Reffi mentre lui va a trovare parcheggio.
Arriviamo, distesa di sedie, alcune delle quali già occupate, sono le 19.50, l’inizio è previsto per le 21.15.
Intanto Michele è già sul palco per terminare le prove prima della serata.
Andiamo in fondo, le sedute sotto al palco sono ovviamente riservate per le autorità del posto, ma la seconda fila è ancora parzialmente libera. Notiamo che 3 sedie a inizio della seconda fila sono coperte da un telo, prendiamo posto ovviamente dalla quarta sedia in avanti, pensando che qualcuno ha pensato di “riservare” quei posti coprendoli con il telo.
Bene.
Il tempo passa, chiacchiere, qualche foto, e nel frattempo il campo si riempie, i posti a sedere sono oramai terminati e la gente prende posto ovunque, sui gradini laterali , per terra, ai margini del campo, ovunque ci sia spazio.
Del resto un artista rel calibro di Zarrillo si sa, attira molta gente. In più l’ingresso è libero, quindi si va anche oltre le presenze previste. Alle 21.30 circa inizia la serata, con l’esibizione canora di una ragazza molto brava. A un certo punto si avvicina un signore che ci chiede lumi su quei 3 posti occupati dal telo.
Noi ovviamente non sappiamo dare spiegazioni. Passano altri 10 minuti e il signore ai avvicina di nuovo, sposta il telo da una seduta e prende posto. Passa altro tempo, sono le 22, primo break della serata , la ragazza ha terminato e adesso siamo in attesa dell’ingresso di Michele Zarrillo.
Si avvicina una coppia, anche loro chiedono lumi sui due posti occupati dal telo, stessa risposta: non abbiamo idea di chi siano quei posti lasciati alla custodia del telo. Alle 22.15 la coppia decide,
sposta il telo e prende posto.
Oramai non si sta più in piedi da nessuna parte.
Il telo finisce tra loro e noi, le
Sedie sono tutte molto vicine, non c’è modo di appoggiarlo da nessuna parte, che si fa, si butta per terra? Magari una persona maleducata l’avrebbe pure fatto.
Mio figlio lo prende, lo piega in quattro e lo mette sullo schienale della sua sedia.
“Cosi se arriva il proprietario glielo consegniamo,altrimenti a concerto finito lo lasciamo sulla sedia”
Bene.
Passano almeno altri 10 minuti, la gente rumoreggia invocando l’artista, nel frattempo si alza un po di vento e mio figlio apre il telo in due e se lo appoggia sulla schiena.
Mancano pochi minuti all’ingresso di Zarrillo, quando arrivano trafelati e affannati un uomo e una donna, che si fermano alla nostra fila.
Iniziano a gesticolare e praticamente urlando chiedono “chi ha osato occupare i due posti prenotati dal telo”.
I signori “colpevoli”spiegano che dopo più di 2 ore in cui la gente non trovava più posto nemmeno in piedi, era lecito e consentito occupare quei posti assolutamente non riservati. Figuriamoci da un telo, con la gente che non aveva posto nemmeno in piedi!
Nel mentre mio figlio prende il telo e lo consegna ai due signori che adesso sono molto arrabbiati, mentre l’uomo molto esagitato continuava a ripetere a tutti noi “bene, adesso voi vi godete da vicino nostra figlia che suona sul palco e noi non abbiamo posto”, ripetendolo più e più volte come una cantilena, ad alta voce e praticamente avvicinandosi sempre di più a noi.
Noi tutti ovviamente BASITI.
Dei perfetti sconosciuti che ci aggrediscono verbalmente e senza motivo!
E fin qui….pazienza, l’esagitato della serata stava dando il meglio di se ma lasciamo perdere, siamo li per rilassarci, si calmeranno e se ne andranno. Di certo chi ha occupato quei posto non si alzerà.
Tutto questo fino al momento clou da parte della moglie.
Nello sproloquio convulso ininterrotto esordisce, rivolta a noi che alla fin fine non centravamo nulla con i posti occupati, con una frase che ancora, ad oggi, fatico a concretizzare come vera:
“SCOMMETTO CHE NON SIETE DI SAN MARINO VERO? SIETE TERRONI”
Incredula!!
Chiaro, che lì un po la vista mi si è annebbiata, e un paio di “complimenti” (comunque contenuti) sono partiti diretti alla sua persona.
E adesso mi rivolgo alla “signora” di San Marino
No signora. Non siamo di San Marino.
E si, signora, forse apparteniamo alla parte dell’Italia che lei ha dimostrato di apprezzare cosi tanto.
Al di la del fatto che viviamo a Rimini oramai da 30 anni, forse si. Forse siamo terroni. Ma lo siamo solo per gente come lei, perche per il resto siamo PERSONE.
Come tutti.
Non esiste “nord e sud”, “terroni e polentoni”, “neri e bianchi”….no cara signora. Esistono le persone perbene, e poi quelle come lei. Razziste.
E lei, insieme a suo marito, fate parte di un paese che divide, che crea differenze, che manca di umanità.
Sono certa che sua figlia dal palco ha provato vergogna per voi.
E per quanto ci riguarda, la gente intorno a noi ci ha manifestato tantissima solidarietà, a cominciare dai signori toscani seduto dietro di noi, fino alla fine, a concerto finito, quando una signora si è avvicinata
“Scusate, noi sammarinesi non ci sentiamo rappresentatosi dalle parole di quella persona”.
Ecco.
È questa la parte bella della gente
Che sia San Marino
O Rimini quindi Italia.
Mirella Guzzo
Ah.
E per la cronaca
Lo sa che nemmeno Michele Zarrillo è di San Marino? Mannaggia!