IL ROMANZO DELLA CONTESSA DI CASTIGLIONE
Ancora un prestigioso riconoscimento (il quinto) ad Antonio STOLFI arriva dal “Premio letterario Mario Pannunzio” giunto alla sua XXXIX Edizione, un’importante competizione che prende il nome dal giornalista e politico Mario Pannunzio al quale, dal 1968 anno della sua morte, è stato intitolato un Centro culturale di grande interesse.
Ecco l’articolo pubblicato da TorinoOggi (http://www.torinoggi.it/2017/11/28/leggi-notizia/argomenti/provincia-1/articolo/premio-letterario-mario-pannunzio-ad-antonio-stolfi.html)
Ancora un prestigioso riconoscimento (il quinto) ad Antonio Stolfi arriva dal “Premio letterario Mario Pannunzio” giunto alla sua XXXIX Edizione, un’importante competizione che prende il nome dal giornalista e politico Mario Pannunzio al quale, dal 1968 anno della sua morte, è stato intitolato un Centro culturale di grande interesse. Ogni anno, dal 1982, il Centro conferisce il “Premio Pannunzio” a personalità italiane della cultura, del giornalismo e dell’arte che “si siano distinte per il loro spirito libero”.
Tra i diversi vincitori delle edizioni passate del concorso troviamo Giovanni Spadolini, Indro Montanelli, Paolo Mieli, Alberto Ronchey, Piero e Alberto Angela, Giorgio Bocca, Antonino Zichichi, Allegra Agnelli, Indro Montanelli, Stefano Zecchi e Dacia Maraini per il 2017, solo per citarne alcuni. Il Centro promuove inoltre Concorsi Letterari per dare spazio ed opportunità a poeti e scrittori emergenti ed esordienti a cui possono accedere giovani fino ai 20 anni, dove sono previste sezioni a tema.
Ed è proprio nella Sezione Narrativa Edita che si è distinto Antonio Stolfi ricevendo il Premio Speciale del Presidente della giuria con la sua opera “Il romanzo della contessa di Castiglione” Edito da Albatros. Nel ringraziare il Centro Studi Pannunzio per l’opportunità concessa, l’autore che si dedica allo studio della Storia con l’intento di “conoscere la Storia per capire i giorni nostri”, si dice onorato e felice di aver avuto un così prestigioso riconoscimento.
“Nel mio libro, – dice Antonio Stolfi – sono contenuti due temi”. Il primo è la Storia di una Europa in divenire nella seconda metà dell’Ottocento in cui l’Italia diventa una nazione, la Francia ritrova la grandeur e Parigi diventa la capitale del mondo, l’Austria comincia a indebolirsi prima in Lombardia poi a Sadowa e nel contempo l’aquila prussiana vola sempre più in alto fino a sconfiggere la Francia a Sedan e consentire, nel 1870, ai bersaglieri di aprire la breccia di Porta Pia.
Il secondo è il racconto di una donna straordinaria e dal fascino irresistibile – un monumento di sensualità e mistero che brilla intensamente – ma molto discussa e che partecipa alle suddette vicende storiche fino a bruciarsi troppo in fretta. Un libro godibile e pieno di verve che racconta la storia di una diva, eroina di un racconto favoloso, personaggio magnifico e tragico, inseguito da una maledizione implacabile, quella della sua bellezza. Virginia porta a un punto di assoluta rottura certe ossessioni del suo tempo, le incarna con una determinazione talmente estrema da superarle, annunciando invece quelle che saranno alcune caratteristiche del Novecento, cioè del “nuovo femminile” emerso da un intero secolo di emancipazione. Oltre al mito e alla mitomane – al contempo spia e cortigiana – difficili da ribaltare anche con verità incontestabili, rimangono le sue fotografie che ci significano ancora oggi la sua specificità e la sua modernità. Questa sua peculiarità, benché relativamente celata, giustifica da sola la sua celebrità postuma.
Le vicende della protagonista si prestano a un gioco di ruolo ossia gli uomini potrebbero assumere il ruolo di marito o amante e valutare se essere dominati e umiliati da una donna così fatta oppure essere forti e autorevoli, mentre le donne potrebbero giudicare la contessa donna antipatica, egoista e insolente oppure un esempio da seguire perché coraggiosa, libera ed emancipata.
La cerimonia di premiazione, che conferisce le tradizionali medaglie dei Dioscuri del Palazzo Reale di Torino, appositamente coniate per il Premio e una Pergamena di Merito, si è svolta sabato 25 novembre 2017 presso il Collegio San Giuseppe a Torino. Tra le motivazioni del Premio l’originalità del lavoro dell’autore e l’apprezzabile padronanza narrativa con l’augurio di continuare con successo sulla strada della scrittura.
Il Premio è un grande riconoscimento da parte del prestigioso Centro Pannunzio che fa della cultura e della libera opinione la sua bandiera. Anche stavolta ne sarebbe stato orgoglioso Mario Pannunzio, paladino dell’individualismo liberale e riformatore, uomo di cultura aperta e poliedrica, sapiente e competente intellettuale pragmatico qual era nella tradizione culturale di Torino.