San Marino. Angela Venturini intervista Lorenzo Faetanini di San Marino 3.0. Si parla di case chiuse, casinò, ticket e diritti

FaetaniniCasinò e riapertura delle case chiuse nel progetto economico di San Marino 3.0 Siamo liberali, dice Lorenzo Faetanini, il nostro obiettivo è ridare credibilità al Paese

Il movimento San Marino 3.0 affila le armi. La strategia è quella messa a punto per le politiche del 2012, oggi ancor più aggressiva e motivata, visti gli insuccessi della maggioranza e le preoccupazioni per una situazione generale in progressivo, inarrestabile degrado.

Innanzi tutto, Faetanini, perché questo nome San Marino 3.0?

“Basta andare su Wikipedia per sapere cosa significa. E’ un termine a cui corrispondono significati diversi volti a descrivere l’evoluzione  dell’utilizzo del web, la realtà assistita e l’interazione fra gli innumerevoli percorsi evoluti possibili. In pratica è la nuova dimensione dell’informazione sul web, che noi stiamo trasferendo alla dimensione politica per cambiare il Paese”. 

Dopo l’exploit delle elezioni politiche, adesso siete di nuovo in campo, per fare che cosa?

“Siamo più compatti, più preparati, più numerosi. Non partiamo più da zero, ma da una base di venti punti, che comunque sono già una bella cosa. Anche se non è facile, perché la realtà sammarinese è molto bigotta: quello che non fa qui, per ragioni di perbenismo sociale, lo va a fare in Italia. Invece noi diciamo chiaramente quello che vogliamo fare”.

E cioè?

“Riaprire le case chiuse, liberalizzare le droghe leggere a scopo terapeutico, non vogliamo entrare in Europa ma aprire un processo di integrazione con patti bilaterali. Siamo convinti che questi progetti possano aiutare San Marino a diventare qualcosa di diverso, a uscire dall’immobilismo e a diventare credibile. Veniamo fuori con le ossa rotte da trent’anni di sistema disonesto e concessorio, dove tutto era dovuto, ma non c’era alcuna certezza del diritto. Era il classico ”Paese per furbi”, e oggi ne paghiamo lo scotto”. 

Mi perdoni, come si fa ad essere più credibili riaprendo le case chiuse? 

“Potrebbe essere anche una sorta di provocazione, se non fosse una concreta possibilità economica. Mi spiego: se noi andiamo in Austria, Germania, Olanda, tutti paesi europei che stanno sicuramente meglio di molti altri, ci possiamo aggiungere il Belgio, la Slovenia e la Croazia, le case chiuse sono una realtà, non uno scandalo. Sono perfettamente regolamentate e puntualmente tassate, con introiti che per noi risolverebbero il bilancio dello Stato. E’ una questione di mentalità e di cultura, non viziata dai falsi perbenismi morali e religiosi. Insomma, a San Marino c’è gente che le frequenta regolarmente, e poi va a Messa la domenica mattina. E’ chiaro che il discorso va esteso a tutta la popolazione, va condiviso e infine approvato con un referendum. Noi pensiamo ad un progetto serio, gestito dai privati che pagano le tasse con licenze autorizzate dallo Stato a persone che non sono pregiudicate, nella massima trasparenza e correttezza”.

Per il casinò è la stessa cosa?

“Certo, trasparenza, legalità e gestione dello Stato. Senza prese in giro come è successo in tutti questi anni. Casinò e case chiuse devono essere intese come semplici opportunità economiche”.

Cosa intende per credibilità?

“Noi siamo per la riorganizzazione dello Stato. Un esempio pratico: bisogna avviare un confronto reale e sincero che ci porti ad una revisione degli accordi con l’Italia, che ci stanno strozzando. Siamo entrati nella White list, ma non c’è rimasto nulla con cui fare economia. La nostra economia si basava su tre capisaldi. Adesso non abbiamo più niente, a causa dei malfattori che hanno abusato del sistema. L’Italia ci ha preso al cappio e noi, che non abbiamo nessuna forza contrattuale perché siamo stati colpevoli, abbiamo ceduto tutto, senza chiedere nessuna contropartita. Siamo tutti collusi, per questo non siamo credibili. Nel 2008, quando ci dissero che saremmo entrati nella black list se non si fosse fermato il riciclaggio, ce ne siamo fregati ed abbiamo visto le conseguenze. E’ pazzesco pensare che tutti gli scandali di questi ultimi tempi siano venuti fuori grazie all’Italia. Per questo non siamo credibili e dobbiamo diventarlo”. 

Parliamo un po’ di sanità visto che lei lavora in ospedale. Anche qui è arrivata la stretta e si parla di ticket. Lei cosa ne pensa?

“Il problema è prima di tutto culturale. Se domattina fai pagare un ticket sanitario, viene giù il mondo perché siamo stati abituati ad avere tutto gratis. Adesso che tutto gratis non è più possibile, che le tasse crescono ogni giorno, che il lavoro non c’è più e i soldi sono finiti per tutti (o quasi), è ora di impostare un discorso più serio, razionale e condiviso. Il degrado in cui siamo vissuti, ci ha portato ad essere un popolo ignorante ed invidioso: non si fanno mai le cose che portano vantaggio a qualcuno, a una categoria, a un settore. Finora si sono fatte le cose sempre di nascosto, sulla base delle tessere, sul voto di scambio per avere dei privilegi. Ma questo ci porta all’isolamento e allo scontro sociale. Noi di San Marino 3.0 diciamo Basta!”

Non mi ha detto niente sul ticket.

“Si dovrebbe mettere un piccolo ticket almeno al Pronto Soccorso, perché non puoi andare in ospedale alle tre del mattino perché hai i brividi di freddo. Ci vorrebbe anche sul laboratorio analisi  (facciamo oltre 60.000 analisi all’anno). Chiaro che non si deve intervenire con la mannaia su tutto, bisogna considerare le fasce deboli, i redditi delle persone e soprattutto bisogna impostare una bella campagna di informazione sanitaria. E poi basta con gli italiani che vengono qui a comandarci e ci portano via un sacco di soldi. E’ tutta gente che fa il suo di interesse, mica il nostro. I nostri soldi devono rimanere qui. Bisogna far lavorare i sammarinesi”. Noi di San Marino 3.0 siamo da sempre per dare il lavoro prima ai sammarinesi.

La sanità è un settore chiave e delicatissimo, come pensate di intervenire?

“Faremo un comitato per la tutela della salute del cittadino. In questi giorni c’è stato il problema di un professionista come Landolfo, che voleva andare via. Poi ci hanno assicurato che non andrà più via. Vigileremo, perché li conosciamo e li stimiamo. Non possono giocare sulla pelle delle persone e su quella dei sammarinesi. Sembra che l’oncologia e la fisioterapia le vogliano portare fuori. Ma noi faremo una grande battaglia, perché non si può andare a distruggere, solo per fare business, un sistema che i nostri nonni hanno istituito con grande fatica, ma anche con grande intelligenza e sensibilità. Loro possono raccontare quello che vogliono a tutti, ma non a me e non a noi di San Marino 3.0. Noi abbiamo capito molte cose.”

Dentro alle vostre proposte ci stanno anche i diritti civili?

“Io sono per la più totale democrazia, senza nessun pregiudizio di naturale sociale, religiosa, o di genere. Sono per il rispetto della persona. Se qualcuno mi chiede una mano, io non sto a guardare che tessera ha in tasca, di che colore ha la pelle. I diritti sono la cosa più sacra che ciascuno individuo ha. Quindi, sono intoccabili”.

La legge elettorale è molto penalizzante per i gruppi singoli. Con chi pensate di potervi alleare in vista di futuribili elezioni? 

“Con tutti quei movimenti liberali che abbiano superato i vecchi schematismi della destra e della sinistra. Prima di tutto viene il Paese, vengono i sammarinesi, non l’ideologia. E’ chiaro che se qualcuno se la sente, bisogna sedersi ad un tavolo e confrontarsi. Noi abbiamo le nostre idee, ma siamo disponibili al dialogo. Fare politica significa avviare un confronto leale e onesto. Dal mio punto di vista, se c’è un’idea giusta per il Paese, io la sposo immediatamente. Bisogna dare merito a chi se lo merita. Se così accade, fai gruppo e fai paura a chi governa. Gli intelligenti che pensano di bastare a se stessi, non portano a niente. Vedremo, ma a noi interessano solo i sammarinesi.

Lei pensa che certi Moloch come la DC, o il PSD, possano essere sconfitti dai nuovi movimenti?

“La fortuna di San Marino 3.0, e sfortuna per il paese, è che stiamo toccando il fondo più profondo che ci possa essere. Basti vedere che il referendum sulla libera professione medica ha ottenuto l’80 per cento dei consensi, ma loro vanno avanti lo stesso, come se non ci fosse stato. Mi auguro che questo 80 per cento si svegli anche per le elezioni”.

Angela Venturini per Giornalesm.com

San Marino 6 febbraio 2015