San Marino. Appalti, i disoccupati: lo Stato li dia a noi

Michele Guidi: “Vogliamo lavoro non sussidi a pioggia” .

Bisogna creare le condizioni per dare ammortizzatori sociali sostenibili. Certi lavori come il taglio dell’erba, l’assistenza ad anziani e disabili, il ripristino dei sentieri a scopo turistico, lo Stato li deve fare comunque. Allora tanto vale spendere quei soldi per dare un reddito a chi non ce l’ha più”.

La notizia degli appalti fatti dall’Ufficio gestione risorse agricole e ambientali per la manutenzione di una parte del verde pubblico ha lasciato l’amaro in bocca ai disoccupati sammarinesi che da mesi stanno cercando, invano, di sensibilizzare la politica alla propria causa.

Ad inizio del 2014 hanno cercato di unire le forze e creare un fronte per essere più incisivi e poi hanno iniziato ad incontrare tutte le forze politiche e sociali per esporre le proprie proposte per aiutare chi non ha più un reddito. La principale tra queste riguarda proprio la gestione degli appalti. “Quello che chiediamo al governo – spiega Michele Guidi, uno dei leader dei senza lavoro organizzati – è di poter ottenere in via privilegiata qualcuno degli appalti organizzati dalla Pa”. Per l’occasione i disoccupati si raggrupperebbero in apposite cooperative a cui lo Stato affiderebbe qualcuno dei servizi che già delega ai privati. “Quello che chiediamo è un lavoro – continua Guidi – non aiuti a pioggia. In questo senso ci siamo detti contrari anche alla proposta del reddito di cittadinanza di Civico 10. Con la nostra proposta lo Stato risparmierebbe anche la mobilita e la disoccupazione di coloro inseriti nelle cooperative”.

Intanto la situazione lavorativa nel Paese continua ad essere pesante. “Il governo ha prorogato gli ammortizzatori – attacca Guidi- ma il problema sono i tanti che non hanno più anche quelli. In più ci sono molti 50enni con invalidità sopra al 50% che hanno ancora più difficoltà degli altri e a cui servirebbe un percorso di avvicinamento alla pensione”.

Tanti problemi che potrebbero avere una soluzione con le cooperative a cui verrebbero dati “lavori facili che richiedono poca specializzazione” ma non solo. Come sottolinea Guidi infatti “nelle liste di collocamento, tra i disoccupati ma anche tra i tanti ex imprenditori che hanno dovuto chiudere l’azienda e che oggi sono a spasso ci sono tantissimi specializzati e con competenze, dal servizio alla persona a quelli turistici”.

Quindi lavori come quelli appaltati dall’Ugraa nei mesi scorsi “potrebbero benissimo essere affidati a chi non ha reddito. Se servono persone con competenze particolari si potrebbero fare dei corsi appositi al Cfp. Oppure – continua Guidi – dato che il personale dell’Ugraa scarseggia si potrebbero valutare assunzioni a tempo determinato”.

Nonostante l’ottimismo che il governo cerca di infondere riguardo a nuovi e importanti aziende sul procinto di mettere piede in Repubblica i disoccupati chiedono un intervento urgente.

“Serve un sistema allargato – spiega ancora – dove Stato, sindacati, imprenditori, Ufficio del lavoro e altri uffici pubblici si mettano attorno a un tavolo per trovare una soluzione”.

Un’idea che potrebbe prendere vita a breve. Guidi infatti svela che “in questi giorni il governo attraverso il segretario Giuseppe Morganti hanno assicurato che verrà istituito un tavolo allargato tra segreterie e uffici pubblici per studiare una soluzione”.