La rapina delle pensioni è partita in veste di riforma con l’obiettivo di fare cassa per tamponare i buchi di bilancio di una gestione fallimentare. Dopo l’aumento delle imposte sulle pensioni attuato nei mesi scorsi, è in progetto il maxi contributo di solidarietà che va dal 4% delle pensioni più basse al 45% delle pensioni più alte. E’ una stangata che colpisce al cuore lo stato sociale e abbatte i diritti acquisiti in una vita di lavoro e di sacrifici. Riguarda i pensionati oggi e coloro che sono in attività di lavoro domani, perciò tutti i lavoratori indistintamente. Il governo nega il contributo dello Stato proveniente dalla fiscalità generale, taglia le pensioni, regala alle banche l’attivo dei Fondi Pensione pari a 507 milioni. Tutto ciò invece di imporre l’aumento di capitale sociale delle banche o di dichiarare la bancarotta fraudolenta, per chi ha svuotato la banca, provvedendo alla confisca di tutti i beni dei proprietari. Tutto ciò avviene per mantenere gli stipendi di circa 6 mila euro mensili ai governanti che stanno sfasciando il Paese. E se ai loro stipendi d’oro si applicasse il contributo di solidarietà del 45% come ai pensionati? Il sindacato è ancora in vita?
Piccolo Antico