I lavori del Consiglio Grande e Generale ripartono dal dibattito sull’articolo 12 del bilancio di previsione per l’anno 2020: anagrafica dei crediti in sofferenza delle banche. Le diverse forze politiche continuano a evidenziare perplessità e dubbi, soprattutto sul ruolo del Comitato di sorveglianza, che l’articolo si propone di far decadere. “In questo modo – incalza Stefano Palmieri (Rf) – si rischierebbe di bloccare alcune transazioni, andando ad ingessare l’attività di recupero crediti”. Denise Bronzetti (Ps) ritiene che ci siano “aspetti giuridici che hanno necessità di essere chiariti soprattutto in relazione alla privacy”. Federico Pedini Amati (Mdsi) si chiede se la misura possa eventualmente scoraggiare investimenti esteri. Alla luce delle considerazioni emerse, il Segretario di Stato Eva Guidi chiede di sospendere l’esame dell’articolo 12 per verificare insieme ai capigruppo se “alcuni degli aspetti messi in luce durante il dibattito possano trovare una sistemazione”. Si arriva così alla decisione di cassare l’articolo in questione, in quanto – come spiega il Segretario – “sarebbero opportune delle verifiche più approfondite soprattutto per il regolamento europeo in materia di privacy”.
A tenere banco, nel corso della seduta pomeridiana, è poi l’articolo numero di 17: “rivalutazione delle rendite catastali”. Rete e Ssd difendono la misura”. “C’è un innalzamento dei valori catastali, ma dall’altro lato si aumenta notevolmente l’esenzione. Viene portata da 1.500 a 2mila. Chi viene colpito con questa rivalutazione? Chi ha o una villa da 500 metri o più di un appartamento” dice Roberto Ciavatta (Rete). A bocciare l’articolo sono invece i consiglieri di Rf. Per Lorenzo Lonfernini “si tratterebbe di una mini-patrimoniale o di una Imu in salsa sammarinese”. Inoltre vi è il problema “dei ritardi nelle verificazioni catastali”. “I tecnici del catasto – chiarisce il Segretario Guidi – ci hanno detto che il lavoro di verificazione volge al termine ed entro il 2019 risulterà concluso. Nel 2020 saremo tutti quanti nelle stesse posizioni di equità e avremo tutti quanti i nostri immobili accatastati secondo le condizioni reali. Nel caso dovessero comunque rimanere indietro alcuni immobili per motivazioni varie, faccio presente che così come per le patrimoniali 2012 e 2018, anche in questo ci sarebbero stati dei conguagli per le rivalutazioni delle rendite catastali”.
L’Aula si spacca sull’articolo 22 per l’istituzione del tavolo di confronto quadripartito. Una parte delle forze politiche – dal Pdcs al Ps passando per Psd e Mdsi – lo ritiene una forzatura e chiede il rispetto dei ruoli istituzionali. “E’ un dovere di qualsiasi Governo confrontarsi con forze sociali, economiche e anche con le altre forze politiche – dice Marco Gatti (Pdcs) -. E’ un dovere, ma non un obbligo di legge. Non si può avere un tavolo dove sono tutti presenti e non c’è un responsabile”. Per Federico Pedini Amati (MDSI) si va a “conclamare ancora di più il fallimento della politica: è insito nell’azione stessa della politica il fatto di confrontarsi”. Civico 10, Ssd e Dalibor Riccardi del Gruppo Misto rivendicano invece l’utilità del tavolo. Matteo Ciacci (C10) parla di “metodo nuovo di gestire le cose”, che ha introdotto “responsabilizzazione e consapevolezza”. Secondo Riccardi si va a “stipulare un patto di fiducia bipartisan. Associazioni di categoria e sindacati si sono stufati di essere presi in giro”. Per soli due voti di differenza (16 favorevoli, 14 contrari, 10 astenuti) l’articolo viene approvato dall’Aula.
Il Consiglio Grande e Generale, nell’ultima seduta dell’attuale legislatura, procede quindi al voto del progetto di legge, che viene approvato con 22 favorevoli e 9 astenuti. Soddisfatto Giuseppe Maria Morganti (SSD): “Ringrazio tutti coloro che hanno collaborato alla stesura del provvedimento, non esaustivo, per carità, ma necessario per il Paese in questo momento delicato”. Matteo Ciacci (C10) rimarca la validità del metodo usato per arrivare alla stesura del documento “che dovrà essere portato avanti nelle scelte strategiche a prescindere dal Governo”. Roberto Giorgetti annuncia invece l’intenzione di Rf di astenersi: il tavolo istituzionale “aveva il compito di mettere in sicurezza le risorse dello Stato e del sistema bancario e di dare avvio a riforme strutturali. Di tutto questo nel bilancio non c’è nulla”.
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