– Decreto Delegato 13/02/2025 n.21 Modalità per l’assegnazione di guardie giurate in supporto al servizio di custodia e sorveglianza in carcere
Segretario di Stato Teodoro Lonfernini: “Le disposizioni del presente decreto delegato hanno l’obiettivo di fornire un supporto al servizio di custodia e di sorveglianza in carcere al fine di integrare il personale appartenente al Corpo della Gendarmeria in considerazione del numero dei detenuti e dei turni di servizio da coprire. Nello specifico si dispone che le guardie giurate vengono selezionate dal Registro delle Guardie Giurate tra coloro che hanno ottenuto l’idoneità a seguito di apposito corso di formazione e aggiornamento professionale tenuto dal Direttore del carcere sentito il Comandante della Gendarmeria. Il presente decreto stabilisce inoltre le modalità di reperimento delle guardie giurate, i loro doveri e le dipendenze funzionali una volta preso servizio in carcere e introduce, altresì, le norme generali di condotta, l’obbligo di segnalazione da parte della guardia giurata al Direttore del carcere di eventuali incompatibilità o conflitti di interesse e le eventuali sanzioni disciplinari. Le disposizioni applicative e attuative del presente decreto delegato saranno poi disciplinate in apposito atto di concessione del servizio pubblico sottoscritto con gli Istituti di vigilanza. Rimane ferma, come sempre avvenuto, la possibilità di chiamare i Militi dei Corpi Militari Volontari a svolgere servizio presso il carcere. La facoltà di avvalersi di entrambe le figure oppure solamente di una di esse spetta sempre al Direttore del carcere che provvede, in entrambi i casi, ad inviare una richiesta motivata.”
Mirko Dolcini (DML): “Dal nostro punto di vista i corpi volontari, con una tradizione secolare di oltre 200 anni, antecedente ad altre forze dell’ordine, stanno subendo un depauperamento delle loro funzioni e servizi. Nonostante abbiano sempre operato con onore, efficacia ed efficienza, oggi assistiamo a una crisi di arruolamento e ad un abbandono da parte dei giovani, in parte dovuto al mancato riconoscimento e alla sottrazione di funzioni storiche. Credo che il governo debba considerare questo declino, poiché questi corpi potrebbero essere utili per la sicurezza del paese. Abbiamo presentato un emendamento per prevedere la loro attività anche nelle carceri, auspicando che vengano impiegati in via prioritaria rispetto alle guardie giurate, in linea con la tradizione sanmarinese. Questo è un aspetto di un problema più ampio: la relegazione in secondo piano di queste preziose risorse volontarie, rischiando di perdere anche la loro partecipazione nelle cerimonie. Non voglio essere responsabile della fine di questi corpi dopo oltre 500 anni di servizio.”
Nicola Renzi (Rf): “Prima di tutto, dobbiamo salvaguardare la tenuta del carcere, assicurando sicurezza, professionalità e il pieno rispetto per chi vi è ristretto, evitando evasioni. Abbiamo ricevuto raccomandazioni affinché la sorveglianza non sia affidata direttamente a forze militari. Sposo quanto detto dal consigliere Dolcini sul sempre minore afflato nei confronti del servizio nei corpi volontari. Credo fermamente nei nostri militi volontari, che considero, al pari dello stemma e della bandiera, una rappresentazione della nostra identità statuale. È fondamentale riconoscerne il ruolo e valorizzarli concretamente, rendendo appetibile l’adesione e non lesinando sui loro gettoni o limitando i loro servizi. Se hanno dimostrato professionalità nel servizio carcerario, perché il governo vuole cambiare strada? Non credo sia giusto mettere in concorrenza realtà pubblica (militi volontari) e privata (guardie giurate) che già operano nelle carceri.”
Massimo Andrea Ugolini (Pdcs): “Questo decreto è stato riproposto dopo una discussione avvenuta qualche tempo fa in Consiglio. Non si era riusciti ad arrivare alla ratifica per questioni di tempistica, e ora il decreto è stato riemesso. Voglio sottolineare che l’articolo 50 dell’ordinamento penitenziario stabilisce chiaramente che la priorità per i compiti di polizia penitenziaria spetta al corpo della gendarmeria. Tuttavia, la normativa prevede anche la possibilità di chiamare in servizio, in ausilio, i militi appartenenti ai corpi volontari. È doveroso ringraziare questi militi per il supporto fornito negli anni, soprattutto nei momenti di carenza di personale della gendarmeria. Sebbene ultimamente il governo stia investendo in risorse per i vari corpi, inclusa la gendarmeria, l’ordinamento penitenziario prevede, in caso di difficoltà di risorse umane, la possibilità di avvalersi anche degli istituti di vigilanza privata, come indicato nell’ultimo comma dell’articolo 50. È chiaro che, in via ordinaria, il direttore del carcere continuerà ad attingere alla gendarmeria e ai corpi volontari. L’opzione della vigilanza privata è pensata per situazioni di necessità e urgenza, come l’affollamento. Questo decreto, quindi, è semplicemente un adeguamento a una delega già prevista nel 2023.”
Marco Mularoni (Pdcs): “Nessuno intende distogliere alcuno dai propri servizi, anche perché i militi volontari sono una risorsa preziosa, come dimostrato durante il Covid. Il comma 7 lascia al direttore del carcere la libera determinazione basata sulle esigenze e, forse, su richieste di organismi internazionali, essendo corpi militari volontari. Credo che il governo voglia lasciare al direttore e al comandante la valutazione caso per caso, considerando anche la pericolosità dei soggetti detenuti. È fondamentale un ragionamento più ampio sul valore dei corpi e sui servizi che svolgono con passione e dedizione per la patria. Riconosco la problematica segnalata dal consigliere Dolcini sulla mancanza di giovani, ma il mondo è cambiato.”
Segretario di Stato Teodoro Lonfernini: “Non è la politica che deve decidere chi deve presidiare il nostro carcere, che seppur piccolo e è sempre e comunque ritenuto un carcere, quindi deve avere di fatto un presidio di tipo professionale. Nessuno vuole limitare l’azione di una nostra rappresentanza anche in termini di corpi volontari. Dobbiamo però fare in modo che la politica, attraverso norme corrette, non entri nel merito nella gestione di un’attività ritenuta assolutamente importante come quella di un presidio carcerario. È scelta del direttore del carcere, sentito il comandante della Gendarmeria, rivolgersi al registro delle guardie giurate o ai nostri bravissimi ed eccezionali militi volontari. Però stiamo parlando di un’attività carceraria che prevede molte volte anche una professionalità. Ricordiamoci che spesso i militi sono giovanissimi, spesso sono anzianissimi, la prontezza in un caso o nell’altro può diventare un problema in quelle circostanze e quindi fare una valutazione del tipo di intervento risulta essere con questo atto normativo assolutamente adeguato.”
Emendamento modificativo DML e Rf comma 2 dell’articolo 1
Mirko Dolcini (DML): “Noi chiediamo che prima di arrivare alle guardie giurate si verifichi la presenza, e quindi la volontà, dei corpi militari volontari di poter presiedere il carcere. Non metto in dubbio che la maggior parte, se non tutti i consiglieri, siano legati alla tradizione e al rispetto delle guardie delle dei corpi militari volontari. Dobbiamo dimostrare ai corpi militari volontari la nostra vicinanza anche nel concreto. Io non credo che le guardie giurate arriveranno in carcere senza una formazione. La stessa formazione che viene data alle guardie giurate può essere benissimo data ai corpi militari volontari perché sono abituati a questo.”
Segretario di Stato Teodoro Lonfernini: “È un desiderio del governo di riuscire a trovare quella forma di attaccamento, interesse e attrazione da parte delle giovani generazioni nei confronti di quello che è molto rappresentativo del nostro paese. Ma non confonderei questo con l’esigenza di dover gestire a livello professionale una struttura carceraria, un luogo dove, in base anche alla pericolosità, dobbiamo individuare chi è più pronto nel gestirlo. E saranno il direttore del carcere e il comandante della gendarmeria a farlo.”
Nicola Renzi (Rf): “Io credo che laddove si appalti a società private un servizio che dovrebbe essere garantito totalmente dallo Stato, lo Stato è manchevole in qualche cosa, perché la sicurezza del carcere, a mio avviso, è una funzione che deve essere tutta pubblica. Non possiamo permetterci in uno stato come il nostro di farla diventare privata. Penso la stessa cosa sulla sanità e su altri servizi che sono servizi fondamentali. Poi certo, negli altri se c’è la libertà di impresa, ma in questo proprio si parla di cose delicate perché c’è la vita delle persone che sono costrette in carcere.”
L’emendamento è respinto con 9 voti favorevoli e 32 contrari.
Il Consiglio Grande e Generale ratifica il Decreto all’unanimità con 33 voti favorevoli.