Ci uniamo all’appello dei tanti cittadini che in queste ore stanno chiedendo a gran voce chiarezza e una
presa di posizione netta di ciò che è accaduto il 1° aprile in via Gino Giacomini.
Ci lascia sgomenti l’omertà che arriva dalla maggioranza, fatta eccezione per Motus Liberi, che si è
affrancato con una nota stampa chiara.
Non condividiamo neppure il piagnisteo dei Consiglieri Spagni Reffi e Arcangeloni, i quali essendo ormai con
le spalle al muro, hanno tentato di giustificare comportamenti non degni di chi riveste cariche pubbliche, e
rimettendo il loro mandato non al Consiglio Grande e Generale come imporrebbero le leggi, ma più
comodamente nel salotto dell’assemblea retina, che – ne siamo certi – risolverà tutto con una pacca sulla
spalla.
Chiediamo i nomi – e le dimissioni – di chi rappresenta le Istituzioni e che ha violato deliberatamente le
leggi, in barba all’esasperazione della popolazione che da oltre un anno si ritrova limitata nella propria
libertà, nella propria quotidianità, nel proprio lavoro.
Questi comportamenti si inseriscono peraltro in un contesto molto complesso nel quale proprio qualche
giorno fa è stato emanato un nuovo decreto che ha imposto misure ancor più restrittive volte a contrastare
la pandemia in atto.
Ad irrobustire il dettato normativo ci ha pensato il Segretario Ciavatta, il quale da ormai un anno riesce solo
ad invitare i cittadini a stare a casa, ma si sa le regole non sono per tutti uguali.
Chi rappresenta lo Stato, chi fa parte delle Istituzioni ha il dovere etico e morale di dare l’esempio, sempre.
Se gli stessi rappresentanti che hanno promosso e votato provvedimenti restrittivi che vietano l’accesso ai
parchi, vietano la convivialità anche familiare, sono gli stessi che con superficialità violano questi
provvedimenti, come si può pretendere che le persone non reagiscano? Come si può pretendere che le
persone continuino a rispettare queste restrizioni?
Quanto accaduto è la rappresentazione della mancanza totale del senso dello Stato, della dignità e
dell’onore che si devono alle Istituzioni, tanto più quando si è nella posizione di rappresentarle,
dimostrando un’arroganza e una supponenza che ricorda tanto quella del famigerato Marchese del Grillo.
Il rigore e l’onestà intellettuale non sono né di sinistra, né di destra, ma un atteggiamento di tutti e
diventano elementi inderogabili se si è una figura pubblica.
Non stupisce infine che alcuni dei partecipanti al famigerato festino, siano proprio appartenenti a RETE: un
movimento che inizia il proprio percorso politico contestando le brioches nella buvette del Consiglio e lo
termina con un festino in spregio alle norme di contrasto ad una pandemia, ha definitivamente compiuto la
propria metamorfosi.
Area Democratica