San Marino, arresto del 27enne condannato per violenza su quattro bambini ma impiegato a contatto con minori: la CSU chiede spiegazioni

La recente vicenda che ha portato all’arresto di un cittadino sammarinese di 27 anni, condannato in via definitiva in Italia per reati di violenza sessuale aggravata e continuata su quattro minori, ha sollevato interrogativi importanti sulla cooperazione giudiziaria tra Italia e Repubblica di San Marino.

Secondo quanto denunciato dalla Confederazione Sindacale dei Lavoratori (CSU), il giovane avrebbe continuato a lavorare fino ad agosto 2025 in una scuola del Titano, a contatto diretto con bambini, nonostante la condanna definitiva emessa in aprile dalla Corte di Cassazione italiana. L’arresto è avvenuto sabato scorso, quando la Squadra Mobile di Rimini lo ha sorpreso durante una partita di calcio giovanile a Riccione.

“La vicenda solleva molte domande – scrive la CSU nel comunicato – com’è possibile che un reato così grave, iniziato nel 2021 con le prime denunce, sia rimasto sconosciuto in territorio sammarinese? Perché non è stato adottato alcun provvedimento di sospensione o allontanamento dal lavoro a contatto con minori? Dove si è inceppata la comunicazione tra le autorità italiane e quelle sammarinesi?”

Le misure stabilite dall’autorità giudiziaria italiana prevedono, tra l’altro, l’interdizione a vita dai luoghi frequentati da minori, il divieto di svolgere attività lavorative a contatto con bambini e l’obbligo di informare le autorità di polizia sui propri spostamenti per un anno. Tuttavia, secondo il sindacato, nulla di tutto ciò è stato recepito a San Marino, evidenziando possibili lacune nella collaborazione internazionale e nel trasferimento di informazioni giudiziarie tra i due Paesi.

Un ulteriore punto di criticità riguarda la richiesta dell’imputato, tramite il proprio avvocato, di scontare la pena in un carcere sammarinese. Anche in questo caso, sottolinea la CSU, non risulta che la comunicazione sia stata formalmente trasmessa alle autorità del Titano.

La Confederazione sindacale chiede interventi immediati e risposte chiare, affinché simili situazioni non si ripetano e sia garantita la massima tutela dei bambini e della comunità. “Lo dobbiamo ai nostri bambini, alle loro famiglie, alla comunità intera”, conclude il comunicato.