Ecco che cosa scrivono gli inquirenti nel mandato di arresto dell’ex Segretario di Stato Gabriele Gatti del 17 Ottobre 2015:
Le (involontarie) ammissioni ? In corso di indagini quasi tutti gli indagati (ora imputati) hanno ammesso – ora nell’ambito processuale ? ora con dichiarazioni extragiudiziali, di aver ricevuto dazioni di denaro, giustificate per lo più come erogazioni a favore dei partiti.
Le emergenze processuali hanno indotto, tuttavia, ad escludere la configurabilità di ipotesi di semplice finanziamento illecito in favore di partiti politici e a ravvisare, piuttosto, relazioni concessive e corruttive instaurate verso gli imprenditori da uomini politici (Roberti: «vuoi che io qualche licenza non l’ho venduta? che non abbia favorito….. »).
Gli elementi probatori acquisiti hanno palesato un vero e proprio regime di diffusa corruttela instaurato tra i politici all’epoca più importanti aderenti a partiti della maggioranza di governo e qualunque soggetto (persona fisica o giuridica) nazionale o estero, che intendesse svolgere una qualunque attività nel territorio sammarinese (Roberti: «lo vogliamo dire di questa tangente di 6 miliardi della BCS o non lo vogliamo dire? ». Germano De Biagi. «Se te vai avanti..io vengo a testimoniare. Il prezzo tecnico erano sei miliardi…Antonello lo ha anche detto, ho tirato fuori 100 milioni e ho chapa anche paura e poi l’ho deta a mi padroun… ». Roberti: «l’ho accompagnato io a Giovanni Sozzo»).
Sulla base delle indicazioni, sostanzialmente confessorie, provenienti da politici e imprenditori, emerge con forza che il sistema corruttivo instaurato ha avuto una ascendenza che ha coinvolto sia i partiti di maggioranza che i partiti dell’opposizione (sia pure in minor misura), è stato alimentato da stretti e diretti rapporti tra imprenditori e uomini d’affari con esponenti di questo e quel partito politico in un quadro di reciproca “sponsorizzazione” ed è scandito da una dinamica di reciproco arricchimento illecito, reso possibile o comunque agevolato dal ruolo centrale assunto dall’«uomo forte» del momento.
Gabriele Gatti – forte della sua indiscussa centralità politica e delle sue poliedriche entrature ? tanto nella Democrazia Cristiana quanto negli altri partiti e negli altri ambiti sociali – era in grado, pressoché da solo, di individuare le occasioni tangentizie, di ripartirle tra politici, funzionari e fiancheggiatori a lui “vicini” . (…)
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