San Marino. Arresto Gatti. Le prime indiscrezioni sul dispositivo di arresto. Un’associazione criminale tra politici per deligittimare il tribunale e l’assetto istituzionale

Carcere dei CappucciniIl quadro che i magistrati scrivono nel dispositivo che ha portato all’arresto dell’ex Segretario di Stato agli esteri Gabriele Gatti è allarmante. In sostanza si parla di un complotto atto a destabilizzare l’attuale sistema democratico, dove particolare attenzione viene posta alla dirigenza del Tribunale. Un vero e proprio attentato ai pubblici poteri, una specie di ”colpo di stato”non cruento dove all’apice dell’organizzazione a delinquere c’era, tra gli altri, anche Gabriele Gatti.

Secondo i giudici sammarinesi Gatti era all’interno di questa ”organizzazione” atta a soverchiare l’attuale quadro dirigenziale del tribunale, quindi dal Magistrato dirigente Valeria Pierfelici sino al capo del pool dei commissari inquirenti Alberto Buriani.

L’apporto decisivo di alcuni vecchi della politica, come Alvaro Selva – i magistrati fanno il suo nome – è determinante perché lo stesso sostiene (!!!) di avere entrature con i movimenti e con partiti di opposizione, che poi in realtà è più un’ostentazione dello stesso Selva che un fatto riconducibile a verità.

Gli stessi fotografano le operazioni effettuate, anche nel passato, per screditare l’azione del tribunale e resuscitano, tra gli altri, il Caso La Pietra; proprio su questo caso Giuseppe Roberti alcuni giorni fa ha consegnato un esposto contenente tre file audio che doveva avere, a detta di molti, conseguenza mediatiche deflagranti che, invece, non ha avuto. In questo materiale informatico, registrato da lui stesso, Roberti è intento a parlare con altri ”vecchi” della politica che confermano il rapporto di amicizia e collaborazione che avevano con il Commissario Buriani.

Ma c’è di più.

In quei file Roberti porta i suoi interlocutori, quasi forzandoli, a fare dichiarazioni che possano compromettere il Commissario Buriani, guardacaso colui che più di altri si è adoperato per la pulizia del sistema politico-mafioso. E quindi oltre ad altre varie vicende, si parla di cene e appuntamenti che una parte politica avrebbe avuto con Buriani, viene tirato fuori il caso dell’evasione di La Pietra e la riapertura del caso, avvenuto nel 2005 dietro un esposto anonimo, promossa proprio da Buriani, e come quest’ultimo – secondo la ricostruzione di Roberti – si sia prestato a non rinviare a giudizio Gatti proprio per falsa testimonianza.

Nel nostro articolo che potete leggere in questo link https://giornalesm.com/operazione-verita-il-caso-evasione-la-pietra-dubbie-le-ricostruzioni-di-roberti-la-sentenza-considerazioni-di-marco-severini/ siamo arrivati alle stesse conclusioni dei magistrati, ovvero che Roberti – tra i massimi imputati del conto Mazzini – avesse creato appositamente quelle prove (con la complicità o meno degli altri presenti non possiamo saperlo) per screditare il vertice del Tribunale, creare un caso mediatico più che giudiziario per poter arrestare la macchina della giustizia che nei suoi confronti è stata particolarmente dura arrivando sino a sequestrargli immobili di famiglia, in Italia, oltre che i suoi conti correnti bancari italiani e sammarinesi.

Citato nell’ordinanza di arresto anche il caso del trasferimento, avvenuto nel dicembre 2013 della dr.ssa Rita Vannucci  da Commissario della Legge presso il Tribunale della Repubblica di San Marino a funzionario, nel settore della formazione, presso la Fondazione della  Banca Centrale. L’intento dell’associazione a delinquere era quello di dare la colpa al magistrato dirigente Valeria Pierfelici di aver destituito dal suo incarico quel magistrato che aveva – secondo l’organizzazione – buoni rapporti con le procure italiane e col presidente del Senato Grasso, ma che non li aveva con lei. Roberti parlerà addirittura, nel suo esposto, di una ”corrente Nobili” contraria proprio al Magistrato Dirigente dove tra gli altri – sempre secondo Roberti – c’era anche la Vannucci.

E qui nel diabolico piano messo in cantiere dal duo Roberti-Gatti, ed in maniera secondaria anche da altri navigati politici, ci sarebbe secondo le ricostruzioni effettuate dai magistrati l’idea di utilizzare il senatore Michele Giarrusso del Movimento 5 Stelle – lo stesso che il 13 dicembre 2013, alla presentazione presso il teatro Titano della tanto discussa ”Relazione sullo Stato delle mafie presenti a San Marino Anno 2013” della Fondazione Caponnetto, quella dove il faldone su Marco Gatti scomparve misteriosamente, –  aveva lanciato strali contro coloro che avevano pensato di rimuovere la Vannucci dove quel ”non finisce qui”risuona ancora nel teatro, paventando una commissione di inchiesta in Italia nella quale convocare il magistrato dirigente del tribunale di San Marino proprio sulla vicenda Vannucci. Anche la Caponnetto doveva, secondo i magistrati, essere utilizzata dall’associazione a delinquere per lo stesso scopo, cioè quello di destabilizzare il sistema per poter rilanciare, come nuovi salvatori della patria, i vecchi poteri politici che avevano governato a cavallo degli anni 90 e duemila.

To be continued…

Marco Severini – Direttore del Giornalesm.com