San Marino. Arresto Pietro Berti. Nel 2010 il dottore si fece interrogare dal PM di Catania, prima di essere rimandato a giudizio. Venerdì prossimo la 5^ udienza in Sicilia

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  • Berti PietroDeve rispondere di violenza sessuale aggravata dall’esercizio della professione medica, dinnanzi al Tribunale di Catania, il dottor Pietro Berti, arrestato martedì scorso a San Marino per atti di libidine sulle pazienti. Il professionista, che nel semestre 1998-99 è stato Capitano Reggente, ossia Capo di Stato sul Titano e parlamentare democristiano, dopo una breve militanza in Alleanza nazionale sammarinese, è stato medico di base a Serravalle fino al giorno prima dell’arresto per ordine del commissario della legge sammarinese, Laura Di Bona.

    Gli atti di libidine contestati a Berti a San Marino sarebbero almeno 12, l’ultimo proprio nel dicembre del 2013. Risale invece al 2006, l’accusa che una paziente siciliana ha rivolto al medico sammarinese. Difesa dall’avvocato Claudio Galletta del Foro di Catania, la ragazza si è costituita parte civile nel processo che è arrivato già alla quinta udienza.

    La prossima è prevista per venerdì, anche se si prospetta un possibile rinvio vista la detenzione a San Marino di Berti, difeso dagli avvocati dello studio Pavone-Basile. La vicenda siciliana inizia nell’agosto del 2006, quando la paziente, una ragazza di 30 anni, affetta da Lupus, si rivolge a Berti come specialista segnalato da un altro immunologo.

    Il medico sammarinese le fissa un appuntamento alla vigilia di Ferragosto presso un rinomato hotel di Catania, dove si trovava in vacanza con la famiglia. La paziente si presenta alla visita accompagnata dal fidanzato che rimane però in disparte ad aspettare, mentre il medico invita la giovane ad un aperitivo in terrazza. Dopo una veloce anamnesi, Berti, stando alla denuncia della ragazza, fissa il successivo appuntamento due giorni dopo presso uno studio professionale di Catania, ma prima di congedarsi, in un corridoio dell’albergo mentre l’accompagnava all’uscita,  chiede alla paziente se avesse fastidio sotto l’ascella e inizia a palparla. Durante la visita in studio, poi, la ragazza accompagnata da un’amica viene fatta spogliare completamente e sottoposta ad una vera e propria visita ginecologica. Al terzo appuntamento con Berti, la paziente cosciente di aver subito una visita impropria, si fa accompagnare dalla sorella, un’infermiera professionista. Dopo un diverbio col medico, le due sorelle lasciano lo studio e presentano un esposto in Procura.

    Nel 2010, arriva alla gendarmeria di San Marino dalla polizia di Catania, una richiesta di informazioni circa l’attività del dottor Berti che però decide di farsi interrogare direttamente dal pubblico ministero di Catania, dinnanzi al quale nega l’addebito più pesante. Berti è stato quindi rinviato a giudizio dal Gup di Catania, il 10 aprile 2012 con l’accusa di violenza sessuale aggravata per aver commesso il fatto con abuso della relazione di prestazione d’opera. Venerdì verrà celebrata la quinta udienza dibattimentale.

    Da San Marino intanto è partita in questi giorni una rogatoria attiva verso la procura di Catania, firmata dal commissario della legge, Laura Di Bona, che ha infatti chiesto di poter acquisire il fascicolo relativo all’indagine siciliana.

    (ANSA)