San Marino. Arresto Podeschi. Ieri l’incontro con i suoi difensori: ”E’ provato, ma combattivo”

CLAUDIO Podeschi si appella alla Corte europea dei diritti dell’uomo di Strasburgo. Lo avevano annunciato la settimana scorsa Massimiliano Annetta e Stefano Pagliai, avvocati dell’ex segretario di Stato in carcere da una settimana insieme alla compagnia a socia in affari Biljana Baruca, con l’accusa di associazione a delinquere finalizzata al riciclaggio di tangenti. Ieri pomeriggio i legali hanno avuto il primo vero colloquio con Podeschi nel carcere dei Cappuccini. «E’ ancora scosso, ma sereno — racconta Annetta — ed è stato felice di sapere che ci fossimo attivati con procedura d’urgenza alla Corte europea per violazione della Cedu (Convenzione europea dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali, ndr). Si trova di fatto in isolamento, anche se non c’è un provvedimento che lo disponga. Continua a ripetere di essere innocente e di non avere nulla a che fare con tutta questa situazione. E risponderà solo quando saprà di che cosa è accusato. Gli atti sono stati secretati, aspettiamo di vederli. In questo modo è impossibile difendersi». 
LA SETTIMANA scorsa gli avvocati avevano chiesto l’annullamento della misura cautelare rilevato «molteplici vizi». Quello di Podeschi, secondo i commissari della legge, Alberto Buriani, Simon Luca Morsiani e Antonella Volpinari, che hanno coordinato le indagini del Nucleo antifrode della polizia giudiziaria sammarinese, è un ruolo predominante nel sistema di tangenti a San Marino. Utilizzando i conti della Banca commerciale, tra cui il famoso conto con libretti intestati a ‘Giuseppe Mazzini’ venivano fatte confluire le mazzette, con fondi erogati da imprenditori che attendevano licenze o concessioni pubbliche, per i politici, tra cui, appunto, Podeschi. Per gli inquirenti, risultereebbero centrali i ruoli di membri del Congresso di Stato, dei membri del Consiglio grande e generale e amche di personaggi privi di cariche politiche. L’obiettivo dell’associazione, per i magistrati, non era quello di finanziare i partiti, ma semplicemente di arricchirsi. Per questo, seguendo la ricostruzione degli inquirenti, nel 2004 era stata costituita la ‘Fondazione per la promozione economica e finanziaria sammarinese’, gestita da un uomo di fiducia di Podeschi, Pietro Silva, anche lui indagato, il quale sta assumento un ruolo sempre più centrale nell’inchiesta. Sulla gestione della fondazione, Podeschi sostiene però di sapere poco o nulla.

Il Resto del Carlino