Nella carte degli inquirenti che, a fine giugno, hanno portato all’arresto di Podeschi e lunedì a quello di Stolfi, è vero che nel passaggio legato alla finanziaria Finproject si sostiene il ruolo svolto dai funzionari dell’autorità di vigilanza. Un ruolo non facile, infatti quando nel 2009 venne iniziata l’ispezione da parte di Banca Centrale, l’attività di vigilanza fu bersaglio di una pesante campagna mediatica. Davanti alla liquidazione coatta della finanziaria, ci furono pure fuoriuscite dal governo, e poco dopo anche una campagna diffamatoria contro alcuni agenti. Ma se da una parte si sottolinea professionalità e coraggio di persone che si sono trovate a operare in un contesto difficile, è anche vero che arrivando al giorni nostri, salvo doverosi, ulteriori approfondimenti, i magistrati esprimono stupore rispetto ad “abboccamenti, trattative, scambi epistolari e incontri fra i politici indagati e i vertici di Banca Centrale”. Una passaggio pesante sul quale saranno proprio le carte raccolte, mercoledì pomeriggio, durante l’ispezione a fare luce e a definire eventuali responsabilità. La trattativa sulle licenze bancarie (ex Eurocommercial Bank e Banca commerciale Sammarinese) partita con Podeschi dopo il suo arresto, a fine giugno, sarebbe proseguita con l’altro ex segretario. Per gli inquirenti si tratta di capire il ruolo di Bcsm con i due. Nelle carte dell’inchiesta che ha portato all’arresto dei due ex sagretari di Stato, con l’accusa di associazione a delinquere e riciclaggio, c’è una parte dedicata al voto di scambio. In base alle prove degli inquirenti, parte delle somme illecite convogliate in favore del gruppo aveva una finalità elettorale. Fra le finalità dell’associazione infatti vi era anche quella di impedire o condizionare il libero esercizio del voto e di procurare voti a candidati vicini al gruppo. Accanto alla penetrazione economica, si evidenzia nelle carte, il gruppo si è progressivamente infiltrato nel tessuto sociale, alterando i rapporti politici e orientando il voto. Poiché la possibilità di assurgere alla carica di segretario dipendeva dal risultato conseguito dal singolo, in termini di preferenze, e dai candidati più vicini a lui, i membri dell’associazione si dovettero preoccupare di acquisire e mantenere una leadership attraverso il consenso elettorale. La soluzione venne individuata nel voto di scambio, soluzione che però richiedeva di reperire i soldi per la campagna elettorale. E i cui costi, riferisce lo stesso Podeschi, “erano lievitati perché occorreva pagare i viaggi dei cittadini sammarinesi che abitavano in Argentina e negli Stati Uniti”. Per reperire i soldi destinati al consenso, stando alle prove raccolte dai magistrati, venivano usati denari provento di reati, finanziamento illecito e riciclaggio. (…) La Voce
