Sui principali confini della Repubblica di San Marino campeggiano i famosi slogan a caratteri cubitali “Benvenuti nell’antica terra della libertà”. Di quale libertà si va dicendo? I cittadini sammarinesi, già brutalizzati da decenni di mala politica responsabile del forzato assetto di arretratezza del Paese, hanno recentemente subito l’ennesimo attacco alle loro libertà individuali: ora non è più possibile acquistare prodotti attraverso l’e-commerce Amazon, già da anni diffuso in tutto il mondo libero.
La questione Amazon, al contrario di quanto propagandato da taluni personaggi, in realtà assume un importante valore sul piano del progresso tecnologico, dei diritti del consumatore e della libera circolazione di merci tra Stati: non è infatti da considerarsi vicenda marginale o meramente materialistica.
L’intero caso è stato affrontato in maniera del tutto grossolana da burocrati incompetenti; tra tutti gli esiti possibili, hanno certamente ottenuto il peggiore, ovvero l’esclusione del nostro Stato dal circuito e-commerce più sviluppato e funzionale del pianeta (perdipiù uno dei pochi siti che spedivano a San Marino).
I risultati conseguiti dimostrano e confermano chiaramente l’atavica neofobia che caratterizza la nostra cosiddetta “classe dirigente”, capace soltanto a procurare involuzione sociale e danni incalcolabili alla collettività. Non è in alcun modo plausibile tale atto straordinariamente stupido ed illogico: il tracotante pensar di sfidare e vincere un colosso del calibro di Amazon non può essere interpretato soltanto come gesto sconsiderato di un folle. Paradossale è altresì la rigida presa di posizione rispetto al colosso americano, se raffrontata con il totale lassismo manifestato nei confronti dei maxi-evasori nostrani.
Valutando infatti con attenzione le dinamiche ed il contesto temporale che hanno contraddistinto quest’operazione, se ne potrebbe facilmente evincere il subdolo intento che verosimilmente cela secondi fini personali e/o corporativi. Degno di nota è l’immediato sostegno – in linea con i funzionari pubblici fautori del blocco – da parte di formazioni politiche, peraltro interessate da gravi inchieste giudiziarie.
Le scelte arbitrarie e consapevoli intraprese dai funzionari pubblici, in pieno contrasto con il volere di larga parte della cittadinanza, erano volte a creare il massimo disagio possibile ed a ledere sia la collettività che le parti direttamente coinvolte, nella vana speranza di favorire la categoria dei commercianti già pesantemente afflitta da crisi economica.
Questi ultimi mascherano le loro lacune in fattore di competitività, di offerta merceologica e di assistenza clienti, ponendo come motivazione quella del fantomatico “commercio sleale”, generato – a detta loro – dalla mancata corresponsione dell’imposta monofase. In realtà il consumatore è incentivato ad acquistare da Amazon per la sua indiscutibile efficienza, qualità, tempestività e comodità del servizio offerto.
In conclusione, questa scellerata e drastica politica di gestione perpetrata nei confronti di Amazon e dei suoi utenti, ha comportato:
1) l’impossibilità di acquistare su Amazon dalla Repubblica di San Marino;
2) l’utente residente in territorio dovrà appoggiarsi ad indirizzi italiani per quanto riguarda la spedizione della merce;
3) lo stesso utente dovrà poi pagare l’IVA sulla merce acquistata regalando, in tal modo, denaro allo Stato Italiano;
4) si è preclusa qualunque possibilità per lo Stato sammarinese di incamerare i profitti derivanti dal versamento della imposta monofase.
Considerati gli esiti, i cittadini reclamano l’individuazione dei soggetti responsabili di questo disservizio creato ad hoc e calato dall’alto sulla collettività. Costoro dovranno quantomeno rispondere del non aver intrapreso un percorso più razionale che, forse, avrebbe portato ad una soluzione migliore.
In definitiva, l’azione condotta dai funzionari pubblici é da considerarsi antipatriottica e particolarmente lesiva nei confronti della cittadinanza sammarinese e del nostro sistema economico.
Un gruppo di cittadini