Le vicende del rapporto tra politica, amministrazione pubblica e consulenze segnano la storia di un rapporto difficile, complesso e contraddittorio, ma soprattutto nebuloso. O meglio, se guardiamo al passato, un vero “buco nero” mentre questa relazione costituisce la “cartina al tornasole” della stessa forma dello Stato e del coefficiente morale di un governo.
Mettere ordine, fare trasparenza, usare dei format uguali per tutti i settori, dare visibilità ai rapporti esterni, non deve essere stato davvero facile e la notizia del risultato raggiunto, uscita qualche giorno fa, come tutte le buone notizie, non ha riempito i titoli di prima pagina.
Spiega Elena Tonnini, Segretario di Stato per gli Affari Interni, nella nota ufficiale: “Le consulenze sono uno strumento prezioso in uno Stato piccolo come il nostro che al proprio interno non copre tutte le competenze e i settori con cui l’Amministrazione è spesso chiamata a confrontarsi, ma l’opacità e la dispersione dei dati e della spesa rischiano di generare abusi e distorsioni. Grazie a questi interventi andiamo ad agire sia sulla quantità sia sulla qualità della spesa pubblica: il riordino è di per sé un’attività a beneficio della trasparenza perché quando gli iter sono chiari, condivisi e pubblici aumenta la platea dei soggetti che hanno facoltà di monitorare. La pubblicazione on line rappresenta un forte segnale in questo senso. Al tempo stesso, è importante che lo Stato valorizzi le professionalità già presenti nell’Amministrazione e quindi ricorra alle consulenze solo in casi temporanei ed eccezionali.”
Il percorso è cominciato già lo scorso anno, subito dopo il lockdown, attraverso la delibera n. 8 del 29 giugno 2020, seguita dalla delibera n. 7 del 22 marzo 2021. In sostanza, attraverso questi due strumenti, il Congresso di Stato fornisce innanzi tutto le linee guida che definiscono i criteri per l’assegnazione dell’incarico di consulenza. Ad esempio, non possono essere assegnate consulenze ai grandi debitori dello Stato.
Contestualmente, è stato creato un modello di disciplinare di incarico valido per tutte le Segreterie di Stato, allo scopo di eliminare la “giungla” di contratti tutti diversi. Ai fini del monitoraggio, e quindi del controllo, è stato dato mandato alla Direzione della Finanza Pubblica di elaborare e trasmettere alle Segreterie Interni e Finanze, ogni sei mesi, un prospetto riepilogativo di tutte le consulenze e collaborazioni in vigore, in quel momento, nel Settore Pubblico Allargato, degli Enti e Società partecipate.
Inoltre è stato effettuato un riordino dei capitoli di spesa su cui far confluire i costi relativi alle consulenze e, infine, la creazione di un’apposita sezione sul sito www.gov.sm in cui verranno progressivamente riportate le informazioni relative alle consulenze accese per quel dato periodo. In pratica, verranno pubblicati gli estremi dei consulenti, o collaboratori, l’oggetto della prestazione e la sua durata, l’importo concordato, la struttura pubblica committente, il beneficio atteso.
La “glasnost” non è l’unico valore contenuto in questo percorso. C’è il risparmio dei costi, l’uniformità di comportamento tra i diversi settori pubblici, la valutazione del merito, cioè dell’effettiva efficacia del lavoro del consulente. Sul suo reale funzionamento, bisognerà ovviamente attendere la verifica temporale. Al momento, nel paragone con le spese per consulenze avvenute nell’ultimo decennio, si può vedere che il 2020 e il 2021 sono state praticamente dimezzato. Il segnale è positivo. Aspettiamo conferme.
a/f