San Marino. Arrivano i nuovi “Titano Bond”, anche Capicchioni come Felici due anni fa: in totale 102 milioni di euro. … di Franco Cavalli

CapicchioniL’autunno sembra essere il momento delle grandi operazioni finanziarie per San Marino: si completa l’assestamento di bilancio, si comincia ad abbozzare la Finanziaria e ora anche l’emissione dei nuovi “Titano Bond”, cioè i titoli di stato della Repubblica di San Marino. Un evento che si era già verificato nel 2013 grazie al segretario di Stato alle Finanze di allora, Claudio Felici, che finalizzò poi l’operazione nella primavera 2014 con apposito decreto e che ora si appresta a varare anche il nuovo segretario alle Finanze, Gian Carlo Capicchioni. E oggi come allora, alla base della decisione di una tale emissione, che è pure superiore di circa il 20% a quella precedente, c’è una ragione di fondo: la necessità di rafforzare le condizioni patrimoniali della Cassa di Risparmio, ma anche rilanciare lo sviluppo del Paese. L’operazione che governo e maggioranza stanno cercando di completare e che ieri è stata illustrata a tutte le forze politiche alla presenza anche dei vertici della storica banca sammarinese, in una partecipata riunione a Palazzo Begni, ha un valore decisamente importante per il Titano, pari a 102 milioni di euro. Il progetto si compone di tre aspetti. Il primo riguarda la creazione della liquidità necessaria per andare ad acquistare il prestito obbligazionario subordinato per 10 anni che emetterà la Cassa di Risparmio con un interesse annuo del 6,5% per un importo di 40 milioni di euro. Il secondo da 32 milioni di euro che andrà a sostituire il debito che 1 anno fa ha contratto lo Stato con tutte le banche per il prestito richiesto allora per coprire i deficit di Bilancio del 2013 e del 2014 e infine i 30 milioni restanti, per la copertura del fondo per gli interventi infrastrutturali che lo Stato ha previsto nella legge di bilancio dell’anno scorso e che comprendono varie opere pubbliche o co-finanziate da privati come il polo museale, ecc… Una operazione quindi da 102 milioni di euro che frutterà ai sottoscrittori il 2,85% all’anno di interessi. In tutta questa operazione i vantaggi saranno un aumento della patrimonializzazione di Carisp tale da far salire l’indice al 10,4% e il rilancio degli investimenti pubblici. Una partita che vede così esaudite anche le richieste del Fondo Monetario Internazionale riguardo Carisp e che però non piace tanto alle opposizioni più intransigenti. Si tratta comunque di una operazione complessa che dovrebbe trovare compimento nell’arco di diversi mesi. Frac