San Marino. ARTICOLO COMPLETO. Racket badanti, l’attenzione si sposta su alcuni dipendenti Iss che avrebbero ricevuto ‘regali’

Dopo le sconcertanti rivelazioni emerse nell’edizione di ieri del nostro quotidiano, dagli atti giudiziari verrebbe alla luce un diverso filone di indagine al fianco del sistema simile ad un vero “caporalato” denominato Racket-Badanti. Infatti, secondo indiscrezioni trapelate da ambienti giudiziari, la magistratura starebbe indagando anche su alcuni dipendenti pubblici in servizio all’Ospedale di Stato. Questi, sempre secondo le stesse fonti non ufficiali, in un rapporto diretto con chi gestiva il sistema di distribuzione alle badanti degli incarichi, avrebbero con il loro comportamento, con le loro azioni favorito il proliferare del racket interno alla sanità pubblica. L’ipotesi di reato perseguita dagli investigatori in questo filone sarebbe di concussione per i dipendenti della sanità pubblica e di corruzione per la donna accusata di distribuire “lavoro” alle badanti in cambio di una percentuale del loro guadagno. Fra i possibili indagati, quindi -ma è impossibile affermarlo con certezza visto il riserbo che ancora domina i dettagli, i particolari dell’inchiesta giudiziaria-, figurerebbero anche dei sammarinesi, occupati nelle corsie dell’Ospedale di Stato, anche se sul totale dei lavoratori, questi sarebbero una estrema minoranza. Alla base di questo filone di indagine che si abbatterebbe su cittadini del Titano che sarebbe una registrazione allegata agli atti, o forse una semplice testimonianza. La donna accusata di gestire il giro di badanti nelle corsie dell’Ospedale di Stato, infatti, in uno scatto di ira suscitato da una non meglio precisabile azione di una delle “sue” badanti, avrebbe aperto la borsetta e, urlando, fra una minaccia e l’altra, avrebbe estratto e sventolato un mazzetto di scontrini ammettendo, davanti a un gruppetto di persone, presumibilmente badanti, che per operare e acquisire i lavori, per farle assoldare dalle famiglie dei ricoverati sarebbe stata costretta ad acquistare borsette, profumi e regali vari per il personale dell’Ospedale. Da qui l’ipotesi di corruzione, per lei, e concussione per alcuni dipendenti della sanità pubblica.

Accuse, queste, ovviamente, tutte da provare e verificare nel prosieguo delle indagini.

Dunque, secondo l’ipotesi al vaglio della magistratura inquirente, a favorire questo sistema interno alla struttura sanitaria sammarinese sarebbero stati anche alcuni membri del personale ospedaliero, che avrebbero favorito la “cupola” in cambio di regali materiali che gli venivano dati direttamente da chi gestiva il sistema di “caporalato” che avrebbe generato una sorta di “pizzo” offerto o preteso da qualche dipendente ospedaliero.

Una inquietante ipotesi che ricorda, per certi versi, una scena epica del film “Quo Vado” (2016) di Checco Zalone, in cui dipendente pubblico e utente si confrontarono sulle tematiche di corruzione e concussione su una “quaglia” offerta al pubblico funzionario impersonato dallo stesso Zalone.

Dunque, dopo gli esposti del 2018, fra cui uno del Movimento Rete, le indagini avrebbero fatto interessanti progressi. E altri ne faranno, sempre che -come temono alcuni- il fascicolo dopo la remissione del giudice Morsiani non sia “dimenticato” a prendere la polvere in un remoto cassetto…

La Serenissima