San Marino. Un Paese tenuto all’oscuro. Articolo del Sole24 Ore sul Segretario Beccari e sull’Accordo Associazione UE. Le tante cose omesse … di Marco Severini (quinta parte).

L’Accordo di Associazione tra San Marino e l’Unione Europea sta per essere firmato nel silenzio generale, senza che i cittadini ne conoscano i contenuti reali, senza un dibattito pubblico e, soprattutto, senza la possibilità di esprimersi attraverso un referendum preventivo.
Un’operazione di tale portata — che vincolerà la Repubblica per decenni, incidendo sulla sovranità, sull’economia e sulla fiscalità — viene condotta a porte chiuse, come se si trattasse di un atto tecnico, e non di una scelta politica che ridisegna il futuro del Paese.

Questa mancanza di trasparenza è la vera ferita democratica.
Non si tratta solo di un errore procedurale, ma di un vulnus alla legittimità stessa delle istituzioni.
Il governo si è rifiutato di pubblicare integralmente il testo dell’accordo, ha evitato un confronto aperto in Consiglio Grande e Generale e ha liquidato l’ipotesi del referendum come “inapplicabile”.
In realtà, la verità è semplice: non vogliono far votare i cittadini perché temono che direbbero no.

Beccari e la DC: la responsabilità politica

In prima linea in questa operazione c’è il Segretario agli Esteri Luca Beccari, volto politico di una trattativa condotta senza un vero mandato popolare.
Beccari ha scelto la via della propaganda, trasformando l’accordo in una bandiera personale e facendo passare ogni critica come provincialismo o paura del cambiamento.
Ma dietro la retorica della “modernità” si nasconde un errore politico gravissimo: aver scavalcato il popolo, l’unica fonte di legittimità di uno Stato democratico.

E la Democrazia Cristiana, che lo sostiene e lo accompagna in questa avventura, porta con lui una responsabilità storica.
Se l’accordo sarà firmato senza consenso, sarà ricordato come il partito che ha svenduto la sovranità della Repubblica di San Marino.
Un partito che ha sempre fatto della “tradizione” e della “stabilità” i propri cavalli di battaglia, oggi rischia di consegnare il Paese nelle mani di Bruxelles, rinnegando secoli di autonomia e libertà.

Il rischio dell’isolamento politico

Il paradosso è evidente: mentre altrove — in Andorra e persino in alcuni Paesi membri dell’UE — si discute, si vota e si chiede il parere dei cittadini, a San Marino si firma nel silenzio, come se la democrazia fosse un ostacolo.
Ma questa forzatura avrà un prezzo politico altissimo.

Chi avrà voluto e firmato questo accordo rischia di restare solo, isolato, travolto dal rigetto popolare che inevitabilmente seguirà quando emergeranno le conseguenze concrete: tasse più alte, imprese in difficoltà, perdita di autonomia.
La DC pagherà cara questa leggerezza, perché i cittadini non dimenticheranno chi ha scelto di consegnare la Repubblica all’Unione Europea senza nemmeno chiedere loro un parere.

Una scelta irreversibile

Non si tratta più di essere pro o contro l’Europa: si tratta di difendere il diritto dei sammarinesi a decidere del proprio destino.
Una volta firmato, l’accordo non potrà essere revocato facilmente; sarà una catena giuridica e politica che legherà San Marino a decisioni prese altrove, da organismi ai quali non apparteniamo.

La storia della Repubblica ci insegna che la libertà non si perde in un giorno, ma con una firma, un silenzio, una rinuncia.
E questo è esattamente ciò che sta accadendo ora.

C’è ancora tempo per fermarsi.
Per aprire un dibattito, per rendere pubblico ogni documento, per ridare la parola al popolo.
Chi davvero ama San Marino deve avere il coraggio di dire no a un accordo che non nasce dal consenso ma dall’imposizione, e che rischia di compromettere l’indipendenza conquistata in diciassette secoli di storia.

Se questo passo verrà compiuto nel buio, sarà ricordato come l’errore politico più grave della storia recente: quello in cui la DC e Beccari, in nome dell’Europa, hanno tradito la democrazia sammarinese.

Marco Severini – direttore GiornaleSM

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