San Marino. Articolo del Sole24 Ore sul Segretario Beccari e sull’Accordo Associazione UE. Le tante cose omesse … di Marco Severini (seconda parte)

Accesso al mercato unico: vera novità o falsa promessa?

Nell’intervista al Sole 24 Ore, il Segretario agli Esteri Luca Beccari ha presentato l’accesso al mercato unico europeo come una svolta epocale per San Marino, indispensabile per il nostro settore manifatturiero (che rappresenta circa il 35% del PIL). Ha affermato che per le aziende “non è più solo spedire la merce, ma venderla” direttamente nel mercato comunitario, suggerendo che finora la Repubblica fosse esclusa da tali opportunità. Una narrazione che lascia intendere l’apertura di porte prima chiuse e l’ingresso in un bacino di 450 milioni di consumatori, come se si trattasse del passaggio verso una nuova età dell’oro economica.

In realtà, l’“accesso al mercato unico” non è una novità assoluta. San Marino gode già da decenni di un’unione doganale con l’UE (via Italia) per i prodotti industriali e utilizza l’euro come moneta. Le merci sammarinesi circolano liberamente in Italia e in Europa con documenti T2 di transito, senza dazi (che peraltro rimarranno anche dopo l’accordo). Non è dunque un salto di paradigma, bensì un’estensione normativa con ritorni economici minimi e costi burocratici elevatissimi.

Ma la questione più importante è un’altra: l’accesso al mercato è a doppio senso. Se da un lato le nostre imprese potranno teoricamente vendere in un mercato di 450 milioni di persone, dall’altro quello stesso mercato – immenso, strutturato e spietato – potrà entrare da noi senza alcun freno, invadendo con ferocia un’economia minuscola e fragile.

Per le piccole e medie imprese sammarinesi, abituate a competere con equilibrio e flessibilità, l’ingresso di colossi europei con risorse, capitali e reti logistiche infinitamente superiori rappresenta una minaccia esistenziale. Il rischio è di trovarsi schiacciati da una concorrenza impossibile da reggere: prezzi più bassi, margini ridotti, dumping commerciale e perdita di quote di mercato. In breve tempo, molte attività saranno costrette a chiudere, incapaci di sostenere la pressione di un sistema dove i grandi sopravvivono e i piccoli scompaiono.

La retorica ufficiale parla di “integrazione” e “opportunità”, ma la realtà economica dice altro: l’apertura totale espone San Marino a una concorrenza devastante che potrebbe distruggere il tessuto produttivo locale, cancellando decenni di sacrifici, artigianato, e imprenditoria familiare.

Il gaudente e sorridente Segretario di stato Luca Beccari

Beccari e la visione distorta dell’economia reale

Forse il Segretario Beccari, provenendo da Banca Centrale e da un contesto dove gli stipendi sono elevati e la sicurezza economica garantita, non può comprendere fino in fondo cosa significhi lottare ogni giorno sul mercato, affrontare i costi, le tasse e il rischio del fallimento. Non è una colpa personale, ma un limite di prospettiva.

Il problema è che questa distanza dalla realtà produttiva si riflette oggi sulle scelte strategiche del Paese. Chi non ha mai dovuto pagare uno stipendio con l’incertezza del giorno dopo, difficilmente può capire cosa significhi aprire le porte a una concorrenza europea senza protezioni. Eppure, è proprio ciò che l’Accordo di Associazione rischia di fare: mettere a repentaglio centinaia di piccole imprese che sono la spina dorsale della nostra economia.

San Marino non è un laboratorio economico da sperimentare: è una Repubblica costruita sul lavoro, sulla tenacia e sul sacrificio. E chi la governa dovrebbe ricordarlo.

Referendum negato e l’ombra dell’addendum segreto

Infine, Beccari ha cercato di minimizzare le polemiche sulla mancata consultazione popolare, arrivando a definire l’accordo “troppo complesso” per essere sottoposto a referendum. In alcune sedi, sarebbe persino trapelato il convincimento che i sammarinesi non avrebbero la preparazione necessaria per comprenderlo appieno, e dunque non dovessero votarlo.
Un’affermazione che, se confermata, suonerebbe come un atto di sfiducia verso la democrazia e un insulto all’intelligenza collettiva di un popolo che ha sempre saputo decidere con responsabilità.

Quanto al famigerato addendum riservato, Beccari lo ha liquidato come un semplice “dettaglio tecnico chiarificatore”. Ma se davvero fosse così irrilevante, perché non renderlo pubblico? La segretezza che lo circonda fa pensare l’opposto: che dentro ci siano impegni, clausole o rinunce politiche troppo scomode per essere discusse apertamente.

Finché tutto resta nascosto, il sospetto cresce. E cresce anche l’impressione che la firma di San Marino su questo accordo sia stata preparata nel silenzio, senza un vero confronto, e forse senza piena consapevolezza delle conseguenze.

Fine parte seconda

Marco Severinidirettore GiornaleSM

San Marino. Articolo del Sole24 Ore sul Segretario Beccari e sull’Accordo Associazione UE. Le tante cose omesse … di Marco Severini (prima parte)