L’altra faccia dell’accordo: sovranità e dipendenza normativa
Uno dei punti più critici, e volutamente oscurati, dell’Accordo di Associazione con l’Unione Europea riguarda la perdita di sovranità.
Mentre il Segretario Beccari continua a ripetere che l’intesa non intacca l’indipendenza del Paese, il testo dell’accordo e i documenti collegati raccontano tutt’altra storia.
Dietro la retorica della “partnership paritaria” si cela infatti un meccanismo di recepimento obbligatorio dell’acquis comunitario, cioè dell’insieme di regole, direttive e regolamenti dell’UE che disciplinano il funzionamento del mercato unico.
San Marino si troverà quindi nella posizione di dover applicare centinaia di normative europee, il consigliere Dolcini parla addirittura di 7.000 nuove norme, in materia bancaria, ambientale, doganale, commerciale, sanitaria e dei servizi, senza avere alcun potere di modificarle o bloccarle.
Non potremo partecipare ai processi decisionali, non avremo diritto di voto nei consessi europei e non potremo nemmeno opporci a disposizioni che risultassero incompatibili con la nostra struttura istituzionale o con la nostra tradizione giuridica.
È il paradosso perfetto: si parla di “integrazione” come se fosse un traguardo, ma in realtà si tratta di una subordinazione normativa in piena regola.

Un piccolo Stato, grandi obblighi
La Repubblica di San Marino, 60 km² di territorio, poco più di 33.000 residenti, si troverà a sostenere gli stessi oneri burocratici e tecnici di una nazione di milioni di abitanti.
Ogni direttiva europea comporterà una revisione di leggi, regolamenti, organi di vigilanza, moduli amministrativi, sistemi informatici e persino linguaggio tecnico-giuridico.
Un apparato pubblico già limitato dovrà farsi carico di un’enorme mole di adempimenti, con costi e complessità insostenibili.
In nome della cosiddetta “armonizzazione”, lo Stato sammarinese perderà la propria libertà di modellare leggi su misura per il proprio sistema economico e sociale.
Siamo davanti a un vero e proprio svuotamento della sovranità legislativa, mascherato da modernizzazione.
La domanda è semplice: chi controllerà San Marino quando la nostra normativa sarà scritta a Bruxelles e tradotta a Domagnano solo per essere firmata?
Le “garanzie” inesistenti e la finta parità
Beccari e i suoi collaboratori hanno più volte affermato che l’accordo garantirà la “partecipazione” di San Marino al processo decisionale europeo.
Ma nei fatti si tratta di una partecipazione puramente formale, consultiva, non vincolante.
Il rappresentante sammarinese potrà essere invitato ad assistere ai lavori di alcune commissioni, ma non potrà votare, né modificare i testi normativi.
Questa non è parità, è dipendenza controllata.
Siamo di fronte a un modello in cui l’UE detta le regole, e San Marino le subisce.
Chi parla di “partnership” mente o non ha letto le clausole tecniche: l’UE si riserva in ogni momento la possibilità di sospendere o modificare unilateralmente l’accordo, mentre San Marino non dispone di strumenti di reazione equivalenti.
È come firmare un contratto in cui una parte può cambiare le condizioni quando vuole, e l’altra deve solo accettarle.
Sovranità: un bene non negoziabile
Il Segretario Beccari, che pure rappresenta la nostra politica estera, sembra dimenticare che la sovranità non è un concetto simbolico, ma un principio giuridico e costituzionale.
Significa poter decidere, legiferare, controllare.
Significa che la Repubblica di San Marino, libera e indipendente dal 301 d.C., non può diventare una provincia amministrativa regolata da norme scritte altrove.
Chi oggi parla di “europeizzazione” come di un vantaggio ignora che non esiste libertà economica senza libertà politica, e che accettare in blocco l’acquis europeo equivale a rinunciare alla nostra identità istituzionale.
Il pericolo non è teorico: lo vediamo già in altri microstati e in alcuni Paesi membri dell’UE che lamentano di subire decisioni prese da organismi che non rispondono ai cittadini.
San Marino, che ha costruito la propria storia sulla neutralità e sull’autonomia, rischia ora di consegnare entrambe sull’altare di un accordo che nessun cittadino ha ancora visto integralmente.
Grazie Segretario Beccari! Si ricorderà per tutta la vita di questi miei articoli. Complimenti.
Marco Severini – direttore GiornaleSM