San Marino. ARTICOLO INTEGRALE – “Aborto, le impari opportunità” (Da Repubblica Sm)

In questi giorni, in cui si è data maggiore attenzione alla questione della legislazione sull’aborto, ho avuto modo di intessere contatti con molte persone. Sui media è rimbalzato il mio dialogo-confronto con Marica Montemaggi, presidente della Commissione sammarinese preposta alla discussione del progetto di legge relativo all’argomento.
In questo confronto ho avuto modo di citare questa affermazione del laico Norberto Bobbio: «E’ vero, sono diritti incompatibili. E quando ci si trova di fronte a diritti incompatibili, la scelta è sempre dolorosa. Ma bisogna decidere. Ho parlato di tre diritti: il primo, quello del concepito, è fondamentale, gli altri, quello della donna e quello della società, sono derivati. Inoltre, e questo per me è il punto centrale, il diritto della donna e quello della società, che vengono di solito addotti per giustificare l’aborto, possono essere soddisfatti senza ricorrere all’aborto, cioè evitando il concepimento. Una volta avvenuto il concepimento, il diritto del concepito può essere soddisfatto soltanto lasciandolo nascere».
Mi è stato fatto osservare che non ci sono motivazioni per dare maggiore valore al diritto del concepito rispetto a quello della madre.
A me pare che non si tratti di fare prevalere i diritti del concepito sui diritti della donna, ma di rendere possibile il rispetto dei diritti di tutti. E mi spiego: una madre può difendere i suoi diritti in molti modi, e la società può sostenerla: sia economicamente, sia psicologicamente, sia rendendo possibile l’affido del bimbo, sia in tutte le necessità che dovrà incontrare (anche dando il dovuto spazio al padre del bimbo). Il concepito ha un solo modo di vedere difesi i suoi diritti, quello di non essere ucciso e di nascere.
Mi pare una evidenza elementare.
Cerco di spiegarmi, ricorrendo ad un esempio “sammarinese”. Riporta un quotidiano del 2007: «“Non mi guardate come un’anomalia o un’eccezione: questo è il vero cambiamento”. Parla un capo di Stato disabile che vuole fare di San Marino un luogo senza barriere architettoniche. Mancano poche ore al suo insediamento e oggi inizia la sfida vera: Mirko Tomassoni ha sei mesi per dimostrare che il terzo paese più piccolo d’Europa e per di più tutto salite, arroccato com’è sul monte Titano, sull’appennino tosco-romagnolo, può diventare un posto dove un handicap non è una fatica in più che si aggiunge alle incombenze di ogni giorno. E se la morfologia del territorio complica le cose, la politica in certe circostanze può semplificarle, perché nella Serenissima Repubblica di San Marino si fa presto a cambiare. Non le consuetudini, inalterate da secoli, ma i servizi, destinati a poco più di 30mila cittadini, sì.»
L’accesso a tutti i luoghi di lavoro, ai luoghi pubblici, ecc., è un diritto di tutti. Per consentire a Mirko Tomassoni e a tutti i disabili costretti a superare le barriere architettoniche, è stato necessario ristrutturare gli spazi pubblici sammarinesi. Così si è reso possibile salvaguardare il diritto di tutti. Questo non vuol dire che lo Stato o la società dovrà attrezzare diversamente la mia casa privata, dato che non ho necessità di strutture particolari. Cioè, la salvaguardia di un diritto richiede una molteplicità e varietà di azioni e di interventi. Così il diritto alla vita della madre e il diritto alla vita del figlio che, sia ben chiaro, è vita umana dal concepimento, e non semplice progetto di vita, quando non grumo di cellule, alla mercé di chicchessia.
Per sostenere quanto realizzato a San Marino per la disabilità, è stato rilanciato uno slogan convincente: «Niente (o Nulla) su di Noi, senza di Noi». Basterebbe applicarlo in ogni situazione e circostanza per rendersi conto della inumanità e ingiustizia dell’aborto, per qualsiasi ragione.
Se poi guardiamo al progetto di legge nel suo complesso, di incongruenze e ingiustizie se ne trovano molte altre; basti pensare al modo sostanzialmente equivoco con cui si tratta la questione dell’obiezione di coscienza. Come pure alla assenza del padre nel contesto delle decisioni da prendere. Ma di questo altri potranno parlare.

Don Gabriele Mangiarotti su Repubblica Sm