La sorte degli alberi secolari del nostro centro storico che rischiano di essere abbattuti sta riscuotendo molto più interesse tra i nostri lettori rispetto alle beghe di chi è ancora determinato a risolverle prendendo il mastice e attaccandosi alle poltrone. Perché non lasciare che gli alberi del centro storico vengano abbattuti è una questione ancor più vitale di tutto il resto. Se è vero che l’albero rappresenta fin dai tempi più antichi il simbolo e l’espressione stessa della vita, dell’equilibrio e della saggezza. Mentre lanciamo appelli altisonanti per salvare la foresta amazzonica dovremmo tenere a mente che il nostro Paese rischia di morire proprio per mancanza d’alberi. Per questa ragione Repubblica sm ha deciso di lanciare una petizione che possa essere un monito per chi imperterrito deciderà comunque di portare avanti una decisione che pervertirà irrimediabilmente il nostro paesaggio. Inutile chiedersi se il segretario Michelotti (apostrofato pesantemente dal popolo dei social) abbia mai letto ‘Ascoltare gli alberi’ di Thoreau, il quale tra le altre cose scriveva: “Ai nostri giorni quasi ogni cosiddetto miglioramento a cui l’uomo possa por mano, come la costruzione di case e l’abbattimento di foreste e alberi secolari, perverte in modo irrimediabile il paesaggio e lo rende sempre più addomesticato e banale.”
A noi pare che in quegli alberi altissimi che si elevano immobili al cielo vi sia una specie di santità inviolabile anche perché i loro tronchi – come avrebbe notato D’Annunzio – sostengono ‘una chioma tutta canora di passeri’.
“Firma anche tu la petizione per fermare la completa desertificazione di via Paolo III e scongiurare l’inutile abbattimento di altri alberi storici tra cui un acero e un bellissimo cedro del Libano. Il destino di questi alberi sembra purtroppo essere già stato scritto, essi verranno sacrificati per far spazio al nuovo Palazzo del Turismo così come la stessa Segreteria al Territorio ha annunciato in un comunicato. Come se il centro storico non avesse già pagato un prezzo altissimo dopo il taglio dei pini marittimi avvenuto sempre in via Paolo III, oggi diventata un luogo desolante da percorrere a piedi. Paradossalmente l’incarico di disegnare il nuovo piano regolatore, che verrà presentato a breve, è stato affidato dalla Repubblica all’architetto Stefano Boeri, noto per la sua passione dei boschi in città. Se vogliamo che la Repubblica sia un luogo migliore in cui vivere è necessario passare immediatamente dalle parole ai fatti, abbandonando i semplici slogan”.
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Repubblica Sm