Riprendiamo da dove ci siamo lasciati. Di acqua sotto i ponti in questi giorni di chiusura della redazione di Repubblica Sm ne è passata. L’Italia sta passando da un governo di destra a uno di sinistra con la stessa facilità con cui Salvini si scola un mojito in spiaggia. E sul Titano la politica non tanto sui media, quanto nelle segreteria di partito, è in fortissimo fermento. Questa dovrebbe essere la settimana cruciale per la dipartita dell’esecutivo peggiore della storia recente del Titano. Al di là dei giudizi politici che potrebbero essere più o meno di parte, vale la pena soffermarsi su quanto emerso dalla festa dell’Amicizia della Dc da parte delle categorie economiche e dei sindacati. Ovvero dal cuore pulsante del Paese, da coloro che badano – giustamente – al sodo (e al soldo…) più che alle chiacchiere. Da quando abbiamo memoria non ricordiamo una tanto esplicita, trasversale e compatta presa di posizione contro un governo rispetto al quale è stata richiesta una netta discontinuità. Hai voglia dunque a raccontarla e a millantare risultati inesistenti. Noi crediamo che sia necessario prendere atto dell’umore del Paese e trarne le dovute conseguenze. Al piano economico si affianca poi quello giudiziario. Con indagini pesanti – per utilizzare un eufemismo – che potrebbero trovare una decisa accelerazione dopo la pausa estiva. E’ necessario voltare pagina, riportare fiducia e credibilità alla nostra Repubblica. Saranno tempi duri perché i disastri compiuti hanno e avranno un costo. E’ necessario un nuovo governo politico e coeso al quale – per citare un partito che anni fa ostentava una presunta superiorità morale sugli altri – non può partecipare chi ha contribuito al disastro. Altre formule le lasciamo alla fantapolitica, a chi ha paura di dovere abbandonare la propria poltrona visto che un secondo dopo dovrà rispondere in diverse sedi dei suoi comportamenti. Attendiamo dunque fiduciosi che chi ha le mani libere e la coscienza a posto compia un atto di amore verso i cittadini e metta fine a questo teatro dell’assurdo.
