San Marino. Asili e scuole del Titano sotto attacco epidemia. Decine di bambini colpiti dalla “quinta malattia”, chiazze rosse e calde al tatto sulle guance.

Schermata 2015-05-01 alle 04.43.49Non esiste un vaccino in quanto si tratta di un disturbo leggero e privo di complicanze significative.

Epidemia in atto in alcuni asili e scuole della Repubblica di San Marino. Nelle settimane scorse decine di bambini sammarinesi sono stati colpiti dalla cosiddetta “quinta malattia”.

Per Dario Manzaroli (direttore sanitario dell’Iss) “la quinta malattia è una malattia virale non particolarmente preoccupante e può durare qualche giorno ma anche una settimana. Confermo che nelle scorse settimane abbiamo riscontrato diversi casi di questa malattia in alcuni asili e scuole della Repubblica. È sufficiente qualche giorno di riposo”.

Questa malattia è causata da un virus detto Parvovirus B19 ed è chiamata quinta malattia perché è stata scoperta dopo le altre quattro malattie infettive tipiche dell’infanzia (morbillo, scarlattina, rosolia e quarta malattia). Si trasmette attraverso un contatto diretto con il muco o la saliva del paziente infetto, oppure con le goccioline respiratorie emesse con la tosse, gli starnuti o anche semplicemente parlando. Colpisce per lo più i bambini in età scolare tra i 5 e i 10 anni, soprattutto in primavera. A differenza delle altre malattie virali, la quinta malattia è scarsamente contagiosa e la fase esantematica si presenta senza essere anticipata da altri disturbi. Il periodo d’incubazione dura di solito due settimane. La malattia si manifesta con chiazze rosse e calde al tatto sulle guance, mentre il resto del volto resta pallido. In seguito le macchie si estendono al tronco, alle braccia, alle natiche e alle gambe. L’esposizione della cute ai cambiamenti di temperatura o al sole, possono favorire la ricomparsa delle macchie.

Nei bambini, di solito, questa malattia passa senza lasciare conseguenze, mentre negli adolescenti e negli adulti può raramente causare artriti o dolori articolari che si risolvono però nel giro di pochi giorni. Nei bambini affetti da anemie emolitiche croniche (per esempio talassemia) il parvovirus B19 può provocare un’insufficienza grave del midollo osseo, che peggiora l’anemia (quindi il consiglio è di evitare che questi bambini vengano a contatto con i bambini affetti dalla quinta malattia). È bene poi evitare qualsiasi contatto tra le persone infette e le donne in gravidanza in quanto il virus può raggiungere il feto attraverso la placenta e causare complicazioni soprattutto nei primi mesi di gestazione. Può verificarsi un lieve innalzamento della temperatura (15-30 per cento dei casi), ma in genere non sono necessari farmaci antifebbrili. In caso di prurito invece il pediatra può prescrivere un antistaminico, mentre i genitori possono tenere le unghie corte al bambino per evitare che grattandosi possa graffiarsi ed infettarsi la cute con batteri.

Trattandosi di una malattia virale la terapia è solo di supporto. Contro la quinta malattia non esiste un vaccino, in quanto si tratta di un disturbo leggero e privo di complicanze significative. Riguardo invece alla drastica diminuzione di vaccini somministrati in Repubblica negli ultimi anni, Manzaroli precisa che “si tratta di un problema serio perché è un dato di fatto che stanno tornando in auge malattie un tempo scomparse nei paesi europei, come, ad esempio, la difterite. Le persone hanno il diritto assoluto di scegliere se curarsi o meno, ma esiste anche un diretto collettività di proteggersi. Per questo è infatti previsto che un obiettore, che decide di non sottoporsi a vaccino o di non sottoporre il proprio figlio, faccia una assicurazione sanitaria privata che garantisca contro terzi in caso di epidemia provocata da chi ha fatto l’assicurazione. Sono contrario a un’ipervaccinazione ma il vaccino è pur sempre la prevenzione primaria. Non è un caso che la poliomielite sia stata debellata in Europa grazie ai vaccini. Negli ultimi anni è stata fatta molta cattiva informazione. Per il movimento culturale legato alle medicine alternative, la vaccinazione è una specie di demonio. Una straordinaria ricerca scientifica pubblicamente recentemente ha escluso che il vaccino possa determinare forme di autismo, le paure – conclude – sono ingiustificate”.

Francesco De Luigi, La Tribuna