La relazione della commissione di inchiesta su Banca Cis ha il merito di aver portato uno squarcio di luce in una notte buia.
Non tutti sono addetti ai lavori e non tutti riescono ad entrare nel merito dei tecnicismi difficili del mondo bancario e finanziario sammarinese.
Sta di fatto che molte persone che frequentano i bar, i supermercati e qualunque altro luogo pubblico, per esempio i parchi, commentano le vicende delle banche sammarinesi in maniera parziale non avendo a disposizione tutti gli elementi per avere un quadro completo di ciò che è avvenuto.
La relazione della commissione di inchiesta su Banca Cis ha il merito di aver portato uno squarcio di luce in una notte
buia.
Ma non basta!
Prendiamo il caso Asset Banca.
Si parte dal presupposto, forse anche pilotato da chi ha interesse a farlo, che la Banca avesse dei problemi tali da poter parlare di crisi.
Molti cadono nel tranello collegando la parola crisi alla chiusura della Banca.
Basterebbe dire che è stata chiusa da personaggi che sono di diritto entrati, in maniera molto negativa, nella storia sammarinese: lo sceriffo Savorelli, ex Direttore Generale di Banca Centrale sotto la Presidenza dell’egiziano Wafik Grais.
Basterebbe solo questo in effetti per capire che la parola crisi non c’entra nulla. Diventa praticamente un “merito” (se non fosse una disgrazia per tante persone) subire una chiusura da parte di personaggi in contatto con il gruppo di Confuorti che niente hanno a che fare con le professionalità richieste per guidare un Istituto Centrale, con compiti di vigilanza sull’andamento del sistema bancario sammarinese.
Ma non è tutto!
E’ stato scatenante l’abbinamento ad un Comitato Credito e Risparmio non all’altezza della situazione per manifesta incapacità, soprattutto tecnica, a valutare le conseguenze della chiusura di una Banca assolutamente in linea con le banche tuttora operanti.
Qualche membro di quel CCR ha ammesso onestamente che quelle scelte furono un po’ affrettate, soprattutto alla luce della volontà di capitalizzare la Banca da parte dei soci nel caso fosse stato necessario.
Una banca che presentava buoni dati su liquidità e solvibilità.
Non siamo qui a disquisire le motivazioni tutte da dimostrare che avevano portato a sospendere i vertici di Asset Banca 3 mesi prima del commissariamento.
Ma una cosa è certa! Quei vertici potevano essere di ostacolo alla successiva liquidazione coatta!
Occorreva indebolire la Governance della banca agli occhi dei dipendenti, già divisi da interventi esterni ed interni per mettere in cattiva luce Presidente e Direttore Generale della Banca.
In altri casi la compattezza dei dipendenti ha evitato fusioni non gradite. Alcuni uomini e donne all’interno di Asset Banca si sono prodigati a far sì che il malsano progetto potesse realizzarsi. Risultato?
Dipendenti quasi tutti a casa dopo promesse da marinaio di qualche collega e politico di turno che favoleggiavano immediate assunzioni a tempo indeterminato nel gruppo bancario chiamato ad acquisire Asset Banca.
ASSET BANCA NON E’ FALLITA E NON ERA IN CRISI.
Certo! Come tutte le banche doveva sottoporsi all’AQR, fatta poi per l’istituto di Dogana frettolosamente e ad arte da tecnici nominati dai vertici di Banca Centrale durante il commissariamento che in dieci giorni di calendario esaminarono 248 posizioni affidate, in quel lasso di tempo ne puoi valutare al massimo una ventina.
Valutazione dei crediti che doveva essere effettuata assieme a tutte le altre banche del sistema.
Infatti le norme successive hanno dato la possibilità di spalmare in diversi anni le svalutazioni effettuate a tutti gli istituti “sopravvissuti” a questo gruppo deviato.
Chiaro l’obiettivo di distruggere il patrimonio della Banca.
ASSET DOVEVA ESSERE CHIUSA AD OGNI COSTO e questo viene citato anche dalla commissione di inchiesta su Banca Cis in un passaggio in cui Savorelli ordinava di fare la Liquidazione Coatta di Asset per non incorrere in
cause legali personali sue e dei sodali (pag.119 della relazione).
Il valore aggiunto di Asset Banca doveva essere funzionale ad un nuovo gruppo bancario.
Questo progetto diabolico purtroppo la commissione di inchiesta su Cis non ha avuto il tempo di farlo emergere in maniera compiuta e definitiva.
Stefano Ercolani