San Marino. Asset, intervista all’avv. Pagliai: ecco cosa fare per tutelarsi

Proseguono le iniziative dei correntisti di Asset per la tutela dei propri diritti. La gente vuole avere tutti i propri quattrini e disporne come meglio crede. Dovrebbe essere ovvietà in uno Stato di diritto. Così non è a San Marino. L’altra sera è andata in scena l’ennesima riunione per comprendere le misure da mettere in campo. Tante le domande della gente, preoccupata per il proprio futuro. C’è chi non si fida più del sistema sammarinese, chi è preoccupato di non rivedere più i propri soldi. Chi ancora vorrebbe comprendere quali sono la garanzie dell’operazione “Carisp”: tutti vogliono maggiore trasparenza. Di certo non c’è serenità, né si comprendono i passaggi di questa incredibile vicenda. Per fare il punto della situazione abbiamo intervistato uno dei legali individuati dai correntisti per tutelarsi, l’avv. Stefano Pagliai del foro di Firenze.

Avv. Pagliai, Lei è stato incaricato dai correntisti di supporto dal punto di vista legale e valutare la possibilità di intraprendere eventuali azioni. A che punto siamo?

“La situazione, come emerso anche durante la serata pubblica di lunedì, è ancora molto confusa. Dagli stessi colloqui avuti da alcuni correntisti che si sono recati in Cassa di Risparmio le risposte sono state evasive e non sempre chiare. Vi sono infatti alcuni che per quanto riguarda i depositi al di sotto dei 50.000 euro non hanno alcuna intenzione di aprire il conto corrente presso Cassa di Risparmio ma preferirebbero portare i loro risparmi presso altri istituti di credito, sammarinesi o italiani. La normativa che ha disciplinato la cessione in blocco di attivi e passivi tra Asset e Carisp, infatti, non prevede alcun obbligo in tal senso”.

Quindi nessuno è obbligato a aprire un conto in Cassa se non vuole?

“La legge ha previsto la cessione di attivi e passivi in blocco da Asset a Cassa. Il rapporto di conto corrente costituisce ovviamente un passivo per l’istituto e, corrispondentemente, un credito per il cliente già correntista Asset. Prevedere la cessione da un ente all’altro non comporta quindi l’obbligo per il correntista di aprire un nuovo rapporto presso Cassa di Risparmio. Si potrebbe, pertanto, anche richiedere la corresponsione del proprio credito presso un altro istituto bancario”.

Per quanto riguarda, invece, la conversione dei depositi sopra i 50.000 euro in obbligazioni?

“Su questo riteniamo si possano prospettare le maggiori perplessità. Sottoscrivere oggi il consenso alla conversione potrebbe comportare problematiche non semplici qualora il Collegio Garante della Costituzionalità delle Norme – che dovrebbe pronunciarsi a brevissimo – decidesse per l’incostituzionalità della previsione. Non vorremmo che domani, anche in caso di pronuncia favorevole da parte dell’organo di legittimità costituzionale, si opponesse al povero correntista un consenso che lui stesso ha prestato alla sottoscrizione di un’obbligazione”.

Qual è quindi il vostro consiglio?

“Ovviamente ognuno è libero di determinarsi come crede. Il nostro consiglio però – sempre valido quando si vanno a firmare dei contratti – è quello farsi consegnare i moduli e le carte di cui viene proposta la sottoscrizione, farle valutare da professionisti di fiducia e poi decidere se firmare o meno nella piena consapevolezza di tutti i richi che possono prospettarsi”.

Sul fronte penale invece vi sono novità?

“Stanno arrivando moltissime adesioni alla proposta di esposto collettivo che è stata raccolta dall’assemblea dei correntisti. Puntiamo a raggiungere il centinaio per poi, velocemente, procedere al deposito per consentire alla magistratura di valutare se tutto è stato fatto nel rispetto della legge oppure vi siano stati comportamenti non corretti a danno di centinaia e centinaia di cittadini”.

I rappresentanti dei correntisti ricordano che chiunque volesse partecipare alla querela collettiva può inviare una email indirizzata
all’avv. Stefano Pagliai, indirizzo: avvocatostefanopagliai@gmail.com
all’avv. Alessandro Stolfi, indirizzo: studio.stolfialessandro@gmail.com.
Meglio inviare la email a entrambi gli indirizzi. All’interno è necessario indicare il proprio nome e cognome, la data di nascita, indirizzo di residenza e codice fiscale. Poi indicare brevemente la propria situazione in Asset. Ogni correntista sborserà solo alcune decine di euro, una cifra simbolica che servirà per coprire le spese vive.