San Marino. ASSOCIAZIONE ALLA UE. Anche Andorra farà il referendum. E noi? Perché tutto deve accadere nel silenzio e senza l’approvazione popolare? … di Marco Severini

L’Unione Europea accelera sull’accordo di associazione con San Marino ed Andorra.

Si parla di accordo “non misto”, di procedure rapide, addirittura – sfidando la Francia che aveva richiesto l’approvazione del parlamento di ogni stato appartenente alla UE  – di ratifica esclusiva da parte del Parlamento europeo e del Consiglio UE, bypassando i Parlamenti nazionali dei paesi aderenti.
In mezzo a tutto questo, si inserisce una notizia che dovrebbe farci riflettere – e indignare.

Andorra farà il referendum.

Lo ha annunciato il governo, lo riporta la stampa locale. Lo conferma il giornalista Joel Picón. E noi? Noi continuiamo a subire in silenzio e nessuno della politica che voglia fare il referendum quanto tutta la popolazione sarebbe pronta per esprimerisi.

Non è normale che un accordo che cambia per sempre il destino di San Marino venga gestito in maniera opaca, senza coinvolgimento reale della cittadinanza.

Non è normale che un Paese fondato sulla libertà e sulla democrazia millenaria venga commissariato di fatto da un pugno di burocrati che decidono tutto in poche stanze.

Non è normale che si giochi con il futuro di una Repubblica intera senza uno straccio di vero confronto pubblico, come potrebbe essere UN REFERENDUM ratifica dell’ACCORDO DI ASSOCIAZIONE, senza nemmeno il coraggio di dire la verità alla gente.

E allora diciamolo chiaramente:

Il popolo sammarinese ha il diritto – non il privilegio – di esprimersi su tutto questo.
Serve un referendum prima, non dopo.
Non si possono accettare imposizioni su un tema che tocca la sovranità, l’identità e l’economia della nostra terra.

Lo ripeto: se Andorra fa il referendum, perché noi no?

Forse perché in fondo qualcuno ha paura. Paura che il popolo dica di no. Paura che i sammarinesi – se davvero informati – possano opporsi a una svendita camuffata da progresso.

Ma la paura non può diventare silenzio.
E il silenzio, oggi, non è più un’opzione.

Indite un referendum. Fatelo prima della ratifica.
Restituite la parola ai cittadini. Oppure preparatevi a essere travolti dallo sdegno popolare.

Perché è esattamente questo ciò che accadrà se non verrà celebrato il REFERENDUM sull’associazione all’Unione Europea.

E poi, cosa accadrà? Dopo la Russia, l’Europa ci chiederà di imporre sanzioni anche all’Iran? Addirittura di dichiarare guerra? Di far andare i nostri giovani a combattere in Ucraina o in medioriente?
Perché se entriamo in quel meccanismo, sappiamo già cosa saremo obbligati a fare.
Lo abbiamo già fatto, tradendo la nostra storica neutralità, e lo abbiamo pagato. Ricordate la vicenda dei vaccini Pfizer? E chi ci ha aiutato in quel momento e che noi, o almeno una parte di noi, si è dimentata. 

Solo gli ingenui o i complici dimenticano i soprusi.
Solo i deboli si alleano con chi li ha umiliati. 

Marco Severini – direttore GiornaleSM