SAN MARINO. Associazione Pro Bimbi: nota in merito all’ultimo protocollo sanitario scolastico

 

In seguito all’emissione dell’ultimo Protocollo sanitario in ambito scolastico abbiamo
ricevuto numerosissime segnalazioni e lamentele da parte dei genitori, soprattutto per la
messa in quarantena di tutta la classe per 14 giorni – senza effettuare il tampone – anche
in caso di un solo positivo. A questo provvedimento è collegata una cosiddetta quarantena
fiduciaria che coinvolge tutti i conviventi e che prevede, per lo stesso periodo, di potersi
recare esclusivamente a lavoro e scuola. Sappiamo che questo provvedimento è dovuto
all’impiego del personale della Pediatria presso il servizio vaccinazioni covid, ma per
tantissime famiglie questa decisione può rappresentare un grosso problema perchè può
ripresentarsi più volte nella stessa classe e può ricadere interamente sulle loro spalle in
qualsiasi momento e da un giorno all’altro, per un periodo poi – 14 giorni – che non è facile
gestire. Ancor di più se si hanno più figli e si moltiplicano quindi le possibilità che possa
ripetersi.
Siamo consapevoli che finora Istruzione, Sanità e in particolare il Servizio di Pediatria
abbiano fatto tutto il possibile per mantenere aperte le scuole e dare continuità e che siano
stati introdotti strumenti a favore dei genitori, ma questi ultimi non sono di fatto utilizzati o
utilizzabili. Molte famiglie non possono permettersi congedi non retribuiti o retribuiti al 20%
per così tanti giorni in un mese oppure non riescono ad ottenere lo smart working anche
se il tipo di lavoro lo consentirebbe. E restano comunque esclusi tutti quelli che non
possono svolgere la loro attività da remoto e i lavoratori autonomi che non possono
fermare la loro attività per 14 giorni. Capiamo il “momento” ma questo dura da un anno e
non si sa quanto potrebbe proseguire questo ennesimo “ultimo sforzo”; i genitori si trovano
sempre più in difficoltà sul posto di lavoro, specialmente e quasi totalmente le donne, e se
non hanno già perso il lavoro, vivono con la paura di perderlo e quindi rinunciano a far
valere questi diritti.
Un’altra parte di genitori lamenta anche il fatto che, non effettuando il tampone ai
compagni di classe, ma potendo i conviventi continuare ad andare al lavoro o a scuola si
rischia di diventare positivi inconsapevoli ed entrare in contatto con altre persone, come è
già capitato con i fratelli di bambini in attesa di tampone (che hanno continuato ad andare
a scuola) e risultati poi entrambi positivi. Senza contare che in tante famiglie i nonni vivono
insieme ai loro nipoti e si ritroverebbero a star loro ancora più vicini in assenza dei genitori.
Non abbiamo soluzioni che non siano i congedi retribuiti (ma almeno al 50%) o smart
working obbligatorio per quei giorni (e nei casi ove non è possibile un contributo per baby
sitter o un bonus/credito d’imposta per lavoratori autonomi). Si potrebbe anche pensare ad
una quarantena effettiva (e quindi obbligatoria e retribuita) per uno dei due genitori o divisa
tra i due, ma la verità è che senza una soluzione ottimale i bambini continueranno ad
essere affidati ai nonni o, peggio, lasciati da soli per diverse ore.

Riteniamo pertanto che la soluzione più idonea sia quella di ripristinare i tamponi in caso di
positività di un alunno e riservare la quarantena solo in presenza di effettivo focolaio. Dopo
un periodo nelle scorse settimane, in cui i contagi nelle scuole erano aumentati, sembra
infatti che la situazione sia tornata ad una relativa calma. Questo permetterebbe di
mediare l’attuale disposizione riservando al servizio di Pediatria un tempo quotidiano
limitato e definito per effettuare i vari tamponi alle classi che quindi potrebbero avvenire
anche non immediatamente, ma spalmati nei giorni successivi riducendo così il loro
impegno in questa azione e al tempo stesso i giorni di quarantena della classe che
potrebbe rientrare a scuola ben prima dei 14 giorni. In estrema ipotesi e visto il costo
ormai esiguo (specie in rapporto a 14 giorni di difficoltà), se la Pediatria non riuscisse
comunque ad effettuare i test, si potrebbe consentire ai minori di effettuare privatamente il
tampone antigenico e, in caso di risultato negativo, autorizzare il loro rientro a scuola.

 

Il Direttivo dell’Ass. Pro Bimbi