“Non saremo uno Stato membro ma integrati in un mercato che ci darà nuove opportunità”. Così il Segretario agli Esteri Luca Beccari ai microfoni di RTV nella giornata dedicata all’Europa. Un punto fermo dopo quanto emerso nella commissioni esteri del 6 maggio scorso. Il riferimento offerto dal Segretario aveva anticipato un prossimo incontro a Bruxelles con il commissario Sefcovic, vicepresidente della Commissione europea e titolare del Dossier relativo all’accordo di Associazione, e con Roberta Metsola, presidente del Parlamento europeo. Aveva riferito quindi di un incontro al vertice con il team europeo, avvenuto il giorno precedente, durante il quale si era discusso della libertà dello stabilimento, un tema “sensibile” per il Titano.
Ricordiamo che per libertà di stabilimento si intende la possibilità di costituire e gestire un’impresa o intraprendere una qualsiasi attività economica in un Paese UE, anche tramite l’apertura di agenzie, filiali e succursali. È inoltre garantito il diritto ad esercitare attività non salariate. Cosa ne pensano gli industriali e i sindacati? Saranno tutti d’accordo?
Per il momento sembrano soddisfatti gli artigiani di Unas, dopo una conviviale con ospite proprio Beccari invitato a parlare sul tema: “San Marino ed Europa, ovvero Davide contro Golia. La sovranità può conciliare con la cooperazione?” Una nota di Unas rammenta che ci sono state molte domande di natura imprenditoriale e riflessioni sulla cittadinanza. Altro segno che i cittadini sono molto attenti a quanto accadrà e soprattutto hanno interesse a sapere, anche in merito a quei criteri di trasparenza suggeriti dalla stessa EU per la conduzionee del negoziato, quale sarà l’orientamento circa la libera circolazione delle merci, delle persone, dei servizi e dei capitali, nonché a quale tipo di partecipazione e condivisione dei programmi europei San Marino sarà condizionato.
La qual cosa ci porta a parlare: 1) della decostruzione del concetto di sovranità, dove un ruolo essenziale lo svolge la Corte di Giustizia europea. È la Corte che ha definito un nuovo ordinamento di tipo sovranazionale, autonomo, distinto da quello internazionale e dai sistemi giuridici nazionali. Questo organo garantisce l’unità di interpretazione e di applicazione delle norme comuni. San Marino sta operando un importante programma di riforme della giustizia, ma forse saranno necessari ulteriori passi in avanti; 2) dell’acquis comunitario. Si stimano 80.000 pagine di diritto comunitario e più di 30.000 atti normativi. Quanto di questo immenso corpus normativo dovrà essere accolto da un Paese che assumerà lo status di “associato”?
Poi c’è l’IVA, sono anni che si parla di un passaggio tra Iva e Monofase, ma senza risultati, un po’ dovuti all’instabilità dei passati governi, un po’ perché si sono create due fazioni molto distanti tra loro: da una parte gli industriali, che sono favorevoli; dall’altra commercianti e artigiani che finora si sono dimostrati contrari. Gli altri cittadini non hanno le idee chiare, ma sanno che potrebbero vedere un forte rincaro dei prezzi.
Ci sono mille altri problemi di cui non si è mai parlato. Ne citiamo solo alcuni: l’internazionalizzazione del sistema bancario (sono pronte le nostre banche? Quanto inciderà il rapporto con l’Italia in questo negoziato?); la definizione di uno spazio finanziario aperto verso l’esterno dove deve essere normata la liberalizzazione dei pagamenti e la circolazione dei capitali nei rapporti con i paesi terzi; tutte le fattispecie di lavoro dipendente e libero professionale; un sistema amministrativo in grado di applicare e gestire concretamente la legislazione della UE.
I partiti presenti in Consiglio, in linea di principio e fatte le debite sfumature, sembrano tutti d’accordo nell’accelerazione del processo di integrazione europea e nella formalizzazione di un accordo di associazione, ma la cittadinanza ha moltissimi dubbi, forse anche pregiudizi viste le difficoltà della EU a trovare una linea comune sui grandi temi. Basti considerare quanto sta accadendo sull’approvvigionamento di gas dalla Russia o sulle sanzioni comminate al Cremlino e a quanti problemi sono venuti con la pandemia a causa dei vaccini e delle diverse procedure adottate dagli Stati membri in merito alle misure di contenimento del contagio.
Non si sa ancora se la firma del protocollo UE avrà tra le sue condizioni la celebrazione di un referendum, ma potrebbe presentarsi il paradosso per cui il Consiglio vota compatto, mentre dalle urne potrebbero venire sorprese. Perché comunque, finora, i dubbi non sono stati fugati.
Nel frattempo non si può fare altro che aspettare la prossima sessione negoziale programmata tra fine giugno- inizio luglio che potrebbe essere anticipata da una Commissione Affari esteri per un confronto sui temi sul tavolo e portare a Bruxelles una posizione condivisa. Ma ancora una volta si parla solo di forze politiche, gruppi consiliari e non del Paese vero.
a/f