San Marino. Assurdo! La piccola e sperduta Novafeltria dà soluzione ad esigenze che la grande sanità pubblica sammarinese non è in grado di soddisfare! Assurdo! … di Enrico Lazzari

E’ verosimile che un piccolo comune dell’entroterra romagnolo, “sperduto” alle falde dell’appennino, possa dare soluzione immediata ad una esigenza sanitaria di un utente sammarinese che, la stessa soluzione, non l’ha trovata in Repubblica?
A rigor di logica no… In concreto sì, dopo due anni e mezzo di gestione-Ciavatta della sanità pubblica del Titano.

Infatti, la vicenda occorsa ad una madre sammarinese è eloquente. E conferma che, Covid o non Covid, la sanità biancazzurra si rivela, giorno dopo giorno, fonte di continui disagi per l’utenza sammarinese. Per quei cittadini che, in fondo, attraverso la tassazione, il servizio sanitario di cui dovrebbero beneficiare lo finanziano.
Se disservizi erano almeno in parte tollerabili nei mesi scorsi, quando l’emergenza pandemica ha costretto ad una “arrabattata” riorganizzazione del servizio i comparti sanitari di tutti i Paesi, ciò appare intollerabile oggi. Specie quando la soluzione all’esigenza, non trovata sul Titano, neppure presso strutture private!, viene individuata in un piccolo centro dell’entroterra italiano come Novafeltria,

Ogni ulteriore commento, come ogni ulteriore invito ai vertici politici della sanità pubblica di lasciare il campo a chi potrebbe fare, almeno, meno peggio di loro, appare superfluo. Lasciamo parlare i crudi fatti.
Un ragazzino apprende all’ultimo momento della possibilità di aderire ad un “summer-camp” sportivo organizzato da un grande club di calcio italiano. Mancano poche ore alla chiusura delle adesioni e all’inizio del “ritiro”. E venerdì scorso e il giovincello chiede alla madre di poter partecipare. Questa acconsente alla richiesta e iscrive il figlioletto al campo, apprendendo che è necessario produrre, all’arrivo, un certificato di “sana e robusta costituzione”.

Passa il weekend e lunedì scorso, di prima mattina, si attiva presso la sanità pubblica per ottenere il necessario documento. E qui inizia una sorta di odissea, pur trattandosi di un certificato semplicissimo, privo di esami approfonditi come elettrocardiogramma e simili.

L’iter, sul Titano, prevede che il certificato, non agonistico -si ricordi-, debba essere richiesto via email al pediatra di base che ha in cura il ragazzino, mail che la madre invia lunedì di primissima mattina.
E qui la prima “sorpresa”: quel tipo di certificato può essere rilasciato solo dal pediatra di base che segue il ragazzino, ma questo, lunedì scorso, si godeva il meritato giorno di riposo. Il suo sostituto non può rilasciare quel certificato che, quindi, non può essere rilasciato fino al pomeriggio del giorno successivo, martedì.

Purtroppo, il “campo estivo” inizia alle ore otto dello stesso martedì, quindi i tempi della sanità pubblica non sono compatibili con l’esigenza del ragazzino e della madre che, per non deludere il figlioletto, corre presso una struttura privata sammarinese che rilascia certificati agonistici (che possono sostituire il certificato semplice richiesto). Si vede dare l’appuntamento per la visita dopo poche ore, si reca nella clinica privata ma, quando il ragazzino sta per essere sottoposto agli esami necessari al rilascio del certificato, trova la seconda brutta “sorpresa”. “La visita la facciamo subito -è il senso di ciò le comunica l’addetta- costa 45€ ma il certificato non può essere rilasciato prima di giovedì prossimo, perchè il medico viene una volta alla settimana”.

Non trovando altre soluzioni la donna telefona all’organizzazione del “campo” per comunicare che il figlio dovrà rinunciare, non essendo in grado di produrre il certificato di “Sana e robusta costituzione” a causa delle tempistiche e degli iter della sanità pubblica e privata sammarinese. Dall’altro capo del telefono, però, le si prospetta la possibilità di recarsi, la mattina successiva, prima dell’inizio del “ritiro”, presso una struttura privata di Novafeltria che, spiega l’addetto, “fa visite sportive ed è aperta tutti i giorni dalle sette del mattino”.
E’ l’ultima possibilità. La donna e il ragazzino, senza appuntamento, si recano presso la piccola struttura privata del piccolo comune dell’entroterra romagnolo… Alle 8 e 20 il ragazzino è, vestito di tutto punto in nerazzurro!, fra tutti gli altri coetanei con la passione del calcio a correre e divertirsi dietro ad un pallone da calcio. E il tutto è costato addirittura meno di quanto sarebbe costato nella struttura privata sammarinese.

Ora, è lecito fare tutte le considerazioni, compresa quella che la madre poteva organizzarsi per tempo -cosa non sempre possibile come sa chiunque abbia a che fare con dei ragazzini-, ma ciò non toglie che una esigenza che la sanità pubblica o privata sammarinese non è in grado di soddisfare sia stata soddisfatta da un piccolo studio privato di un altrettanto piccolo e sperduto paesello italiano…

Non deve far riflettere una simile situazione? Non dovrebbero, i “padri-padroni” della sanità pubblica sammarinese farsi qualche domanda chiedendosi, in primis, “io, qui, che cosa ci sto a fare?”
Enrico Lazzari