La nostra normativa nazionale in materia, negli ultimi anni ha visto la nascita di leggi importanti che fanno ben sperare nell’adeguata affermazione dell’integrazione, dell’autodeterminazione e dell’indipendenza. Tuttavia nella realtà dei fatti, diverse situazioni non rispondono ancora alle reali esigenze delle persone con disabilità. Anzi, assistiamo talvolta purtroppo, ancora a modalità che trasformano l’imprescindibile riconoscimento dei fondamentali diritti civili in un pietistico assistenzialismo che le umilia e spregia la loro dignità.
Tra un mese esatto si celebra in tutto il vecchio continente la Giornata Europea della Vita Indipendente (in allegato il logo della campagna di quest’anno).
Con questo comunicato desideriamo fare solo due semplici riflessioni pensando a cosa il nostro Stato e la nostra società offrono (o non offrono) per la Vita Indipendente in termini di opportunità e servizi, a soggetti con qualsiasi forma di disabilità, anche quelle più gravi, e quali di queste possibilità potrebbero essere quelle a loro più congeniali.Dunque, per quanto riguarda la prima considerazione, senza dubbio una possibilità è rappresentata dai genitori, dalla propria abitazione e quindi dalla Famiglia. Esistono poi i Servizi di sostegno e sollievo alla domiciliarità a cui ci si può affidare, erogati al e dal “Colore del Grano”, dal “Servizio Minori” e dal “Servizio Territoriale e Domiciliare”, alcuni in forma gratuita e altri compartecipando alle spese. Un’altra opzione utile per alleggerire il carico assistenziale è la figura del Caregiver (solitamente ricoperta da un famigliare), ma ancora a San Marino non trova un’applicazione giuridica e normativa. Abbiamo poi un’altra chance rappresentata dal Progetto di residenza semi-protetta, curato e gestito da Enti associati privati che hanno a cuore la questione del “Dopo di noi”. In Repubblica, inoltre, ci sono associazioni che si dedicano anche all’Affido famigliare delle persone con disabilità.
Ma tant’è, ora lasciamo a ciascun lettore la libertà di farsi un’idea circa il contesto sammarinese che abbiamo sommariamente descritto e di riflettere rispetto al ventaglio di possibilità che una persona non autosufficiente ha davanti a sé nel momento in cui si trova a immaginare e organizzare il proprio futuro.
Quale tra queste possibilità può essere la soluzione migliore? Ebbene, soltanto su una sola cosa sarebbe auspicabile astenersi: determinare la vita delle persone con disabilità scegliendo per conto loro.
Attiva-Mente (comunicato stampa)