San Marino. Augusto Casali in conferenza stampa del Partito Socialista lancia l’allarme: “Accordo UE nascosto ai cittadini, serve trasparenza e voto popolare”

Intervento di Augusto Casali sul Referendum e sull’Accordo di Associazione UE – 23 giugno 2025

‘Un accordo di associazione con l’Unione Europea è in discussione, ma ciò che a noi preme davvero è il tema del referendum.

Vorrei ricordare la posizione storica del Partito Socialista. Oggi ci si accusa di essere in maggioranza e allo stesso tempo di esprimere posizioni critiche sull’accordo. È vero, abbiamo fatto una lista con Libera, che oggi è al governo. Ma su questo tema, il Partito Socialista ha sempre avuto una linea chiara e coerente: i cittadini devono essere chiamati a esprimersi.

Augusto Casali, Partito Socialista

Già nel 2021, l’accordo tra Difendiamo San Marino e il Partito Socialista prevedeva come punto essenziale la centralità del rapporto con l’Europa, da valutare però nell’ottica degli interessi della Repubblica. Allora dicevamo: una piena adesione all’Unione Europea è impensabile, ma un accordo di associazione può essere una strada praticabile, a condizione che la trattativa sia condotta con trasparenza e che i cittadini siano messi in grado di conoscere e decidere attraverso lo strumento principe della democrazia diretta: il referendum.

Nel 2022 abbiamo ribadito questa posizione: sì alla commissione mista con industriali, commercianti e forze politiche, ma soprattutto sì a una commissione politica e al coinvolgimento diretto della cittadinanza.

Nel programma della nostra Conferenza Programmatica del 13 gennaio 2024, scrivevamo che, pur non essendo contrari in linea di principio a un accordo con l’UE, riteniamo indispensabile conoscere nel dettaglio gli effetti e i termini del trattato prima di esprimersi. È necessario valutare costi e benefici, che ricadranno su tutti i cittadini, ma di cui nessuno ha mai parlato chiaramente.

Nel 2025 siamo intervenuti più volte, in febbraio, marzo e aprile, sempre per ribadire la necessità di un referendum. Non è una posizione estemporanea, è una linea politica coerente e costruita nel tempo.

E poi, vogliamo ricordare che a San Marino si sono già fatti referendum su questioni molto meno rilevanti, come quello sul polo del lusso. Possibile che su una decisione di tale portata, che influenzerà il futuro di ogni sammarinese e delle prossime generazioni, si voglia escludere il popolo?

Non è accettabile lasciare tutto in mano a pochissimi consiglieri, perché significherebbe sconfessare la nostra stessa storia. Ricordiamo tutti l’Arengo dei capifamiglia del 1906, con cui si superarono le oligarchie. Vogliamo davvero tornare a prima dell’Arengo?

La democrazia conquistata allora va onorata e difesa soprattutto in occasioni come questa.

E ricordate il referendum sulla preferenza unica? Io ero il legale rappresentante. Abbiamo raccolto firme, superato il quorum, vinto con l’80%. Poi la legge è stata cambiata dai consiglieri senza consultare nessuno, tornando a tre preferenze. E per togliere il voto di preferenza abbiamo dovuto fare un referendum, mentre per rimetterlo bastano 48 consiglieri? È un’assurdità, e dovrebbe valere l’opposto: ogni modifica così significativa dovrebbe passare dal giudizio popolare.

Il punto è che non si tratta di essere favorevoli o contrari all’accordo con l’UE. Ognuno può avere la propria opinione. Qui è in gioco la democrazia della Repubblica. E su questo siamo fermi.

Il negoziato è stato tenuto sostanzialmente nascosto e i cittadini non sanno nulla o quasi nulla del contenuto. È un documento tecnico, lunghissimo, pieno di “burocratichese”, con allegati in inglese. Chi ha tempo e competenze per capirlo?

Un governo serio avrebbe dovuto riassumere in due pagine gli aspetti positivi e le condizioni da rispettare per ottenerli. Avrebbe fatto un’operazione trasparente, ma così non è stato.

E grazie ad Andorra, che ha divulgato alcune informazioni importanti, abbiamo saputo più di quanto ci abbia detto il nostro stesso governo. Lì abbiamo appreso delle eccezioni italiane sulla sovranità finanziaria e dell’esistenza di un addendum sull’accordo, tenuto segreto. Addirittura, è stata convocata una commissione segreta, con divieto assoluto di divulgazione.

Ma è normale tutto questo? Non è forse un comportamento che genera sospetti e sfiducia?

Se si va avanti così, si rischia di creare una frattura insanabile tra chi detiene il potere e la popolazione, che non può essere trattata da suddita.

Chi governa non deve comandare, deve servire e coinvolgere, deve spiegare, deve ascoltare. Invece qui si vuole imporre un pensiero unico. Ma la democrazia sammarinese è in pericolo.

Noi speriamo che i cittadini se ne rendano conto e reagiscano, anche con iniziative popolari per chiedere il referendum prima che l’accordo diventi definitivo.

Il Partito Socialista sosterrà tutte le organizzazioni che andranno in questa direzione e da domani stesso valuterà come arrivare a far esprimere il popolo.

Noi diciamo: non si può approvare questo accordo solo a livello governativo o parlamentare, ma va sottoposto al giudizio del popolo.

E a chi dice che i cittadini non sanno abbastanza, rispondiamo che la colpa è di chi non ha spiegato loro nulla. Ora, chi ha guidato quest’operazione abbia il coraggio di dire le cose come stanno, e poi lasci decidere i cittadini.

Non importa se diranno sì o no. Importa che a decidere sia la democrazia, non l’oligarchia.”

Augusto Casali, partito socialista San Marino