Caro Mancini Alessandro, quello che nel 2015 tentava di offrire 100 euro a voto ad un certo signor Carrirolo? Sei tu? Ma non ti vergogni neppure un po’? Sei arrabbiato con me perché appena tornato nel Partito Socialista, dopo 10 anni, chiamato dal Presidente di quel Partito, ho cominciato a fare capire che la mia presenza non era compatibile con chi aveva scambiato il Partito per una ghiotta opportunità di privilegiare il proprio interesse personale? Infatti, sei emigrato verso altri lidi, senza più poter sfruttare il Partito Socialista.
Ora nel P.S. niente più parassiti, abbiamo fatto pulizia, e questa è una cosa di cui sono veramente orgoglioso. D’altronde perdere chi è sempre stato agli ordini di qualcuno, fin dai tempi del Socialismo elettronico, credo che più di una perdita sia una vera liberazione e il fatto che tu abbia dedicato a me addirittura una lettera aperta (grazie per la pubblicità), significa che la mia azione ti ha dato molto fastidio, probabilmente ho fatto saltare i tuoi piani, così come confermi tu stesso nel tuo modesto scritto, e la cosa non sai quanto piacere mi faccia.
A proposito: la faccenda della compravendita dei voti che ti ha visto protagonista principale nel 2012, non è stata risolta dal Tribunale, ma bensì dal Giudice Buriani, che, guarda caso, secondo il Tribunale vero, faceva parte della “cricca”, che tu e la lista a cui hai chiesto ricovero dopo l’esodo dal Partito Socialista, dite di voler tenacemente combattere. Sei falso oggi tu o sono stati falsi i tuoi compagni di viaggio? Propendo più per la prima ipotesi, conoscendoti da tempo.
Ultima cosa: Ti ringrazio per aver confermato in quanto hai scritto che sei emigrato con la valigia di cartone dal Partito Socialista ad Alleanza Riformista, quando sono tornato nel Partito Socialista io. Si tratta del più significativo riconoscimento che, a tua insaputa, ovviamente, potevi farmi.
Senza nessuna stima.
Augusto Casali.
Alessandro Mancini aveva scritto: