Le notizie che riguardano l’attività giudiziaria sammarinese escono con impressionante continuità sui mezzi di informazione, almeno per certi filoni di indagine. Evidentemente si è scelto di percorrere la via mediatica che però, spesso, appare orba o, nella migliore delle ipotesi, parziale, ma poi, se questa è la scelta, non ci si può meravigliare se le risposte giungono a loro volta sempre per via mediatica e non ci si può appellare alla lotta fra bande solo quando le risposte arrivano.
La situazione che emerge comunque appare assai preoccupante e , forse, più di quanto non si potesse presumere. L’ultima vicenda in ordine di tempo riguarda la chiamata in causa di un membro dell’attuale Governo e la cosa getta una pesante ombra sulla credibilità dello stesso Esecutivo e di conseguenza sull’intera Repubblica.
Pur essendo sostanzialmente garantista, ritengo che, data la posizione ricoperta da chi è stato chiamato in causa, abbia ragione chi sostiene che sarebbe auspicabile un conseguente atto di responsabilità da parte del diretto interessato che, salvaguardando le istituzioni sammarinesi, avrebbe sicuramente la possibilità di difendere più liberamente la propria onorabilità.
A questo punto però, al di la dei fatti specifici, ribadisco un concetto già espresso diversi mesi addietro, in tempi non sospetti: credo sia giunto il momento di avviare una vera e propria operazione verità sulle vicende politiche degli ultimi decenni, per capire veramente che cosa sia successo e perchè.
Compiendo approfondite analisi, necessarie per il fatto che probabilmente sono morti e nati governi a causa di taluni accadimenti; contestualizzando i fatti, avvenuti in epoche diverse tra di loro, in contesti economici, sociali e politici differenti tra di loro. Analizzando anche nefasti fenomeni influenzati dagli accadimenti, come il clientelismo e il nepotismo, che sempre pesante questione morale rappresentano.
Molto probabilmente ci accorgeremo che, al di la delle posizioni di comodo, il passato somiglierà molto al presente, saranno cambiate solo le tecniche, e, senza fare di tutta l’erba un fascio, ci accorgeremo che non tutti sono uguali, tanto ieri, quanto oggi.
Soprattutto, senza strumentalizzazioni o giochi di bottega, occorrerà porre precisi punti fermi da cui ripartire e da non valicare mai più.
Diversamente temo che imperverserà l’opportunismo, salvo svegliarsi una mattina e accorgersi nuovamente che “tanto sono tutti uguali!”
Da un momento di difficoltà la nostra Repubblica può trovare nuova linfa vitale. Sarebbe opportuno non perdere questa occasione.
San Marino, 20 giugno 2014
Augusto Casali