Stupore – Meraviglia – Sorpresa
Si rimane stupefatti nel seguire i dibattiti (?) in corso in merito al sempiterno problema della cittadinanza e delle naturalizzazioni, in merito allo pseudo dibattito (pseudo nel senso che chi dovrebbe aprirlo, evita il dibattito e il confronto) sull’ingresso di San Marino in UE, in merito al progetti di legge di revisione dell’IGR (Imposta Generale sui Redditi), in merito alla squallida pretesa di questo pseudo-governo di gestire direttamente il debito estero scavalcando il Consiglio Grande e Generale, in merito alla pretesa di entrare in Europa essendo dotati di un PRG ancora in vigore della veneranda età di 33 anni, dimostrando ai più la nostra incompetenza e inappetenza nei confronti di leggi e strumenti urbanistici di programmazione economico-territoriale quasi ne fossimo allergici.
Stupore – Meraviglia – Sorpresa – di fronte alle ennesime prese di posizione dell’attuale governo che, dopo la fallimentare esperienza del precedente governo, ne è diventato il clone come una propaggine di insipienza e di stupefacente arroganza (l’arroganza è la manifestazione più classica dell’ignoranza) che aveva caratterizzato il primo. Cosa ci è rimasto dei quattro anni del precedente governo? E dell’ultimo e unico anno di questo governo? L’avvilente constatazione si riduce a poche parole:” Niente e/o niente di buono”. Purtroppo, il Paese sta precipitando in un vuoto di iniziative, di idee, di progetti rivolti verso una nuova visione che garantisca perlomeno una visione di speranza inun futuro possibile da lasciare ai nostri figli, perché stiamo diventando pessimisti sul fatto che ci sarà un futuro possibile. Se fino a qualche anno fa eravamo sull’orlo del precipizio, adesso, viste le premesse e le prospettive, abbiamo già fatto il passo fatale e siamo quindi in caduta libera, siamo al livello -1 dell’ascensore che sta precipitando verso il fondo del burrone che si sta avvicinando sempre più.
Il fatto stesso che quasi tutti all’interno dei partiti di governo siano a dir poco terrorizzati dalla possibilità di andare a Referendum per chiedere ai cittadini se entrare o meno in Europa, la dice lunga sulla stima e considerazione che alcuni importanti personaggi politici hanno nei confronti dei cittadini (anche quelli che li hanno votati, della serie “io so io e voi non siete un c….”) e sulle loro capacità di capire l’importanza di un quesito su questo tema. Considerando l’importanza dello strumento referendario in un sistema democratico di antica tradizione come dovrebbe (o vorrebbe) essere il nostro dando voce al popolo, ci fa ritenere che questa classe politica voglia considerarlo come elemento di disturbo dell’azione di dubbia utilità dei governanti di turno. C’è forse la paura di essere stati poco o per nulla chiari nell’illustrazione dell’accordo di associazione che fino ad oggi esisteva solo in lingua inglese? Oppure si ha paura che quanto sottoscritto dai nostri beneamati (ir)responsabili non sia affatto conveniente per noi, anzi ci porti soltanto un forte calo di autonomia gestionale del Paese e una decisa inversione di tendenza dei nostri usi e delle nostre abitudini che fino ad oggi ci hanno caratterizzato come Città-Stato di millenaria storia di autodeterminazione e neutralità che ci ha consentito di arrivare liberi e autonomi fino ai nostri tempi anche se come un vaso d’argilla in mezzo a tanti vasi di ferro. Una classe politica inadeguata come quella di oggi è l’unica cosa che non ci serve, quante stupidaggini dovranno fare per convincere i Sammarinesi a non votarli più? Questo è l’eterno dilemma che solo un corpo elettorale pensante e innamorato del proprio Paese e delle proprie tradizioni può risolvere; tradizioni oggi offese e vilipese quando dimenticate e a rischio estinzione. Meditate gente meditate, lo strumento ce l’abbiamo, si chiama “voto”; alla prossima occasione usiamolo bene per una volta.
Augusto Michelotti
Repubblica Futura (Area Democratica)