“Erano ferme da 12, 13 anni – spiega il coordinatore della Consulta sanitaria Marino Serra- e sarebbero dovute crescere del 35%. Invece le abbiamo alzate del 2,5%” .
Con la delibera 24 del 3 aprile infatti il Congresso di Stato ha autorizzato un aumento di 40,68 euro al mese per gli ospiti dell’ospizio sammarnese portando la retta a 1.510 euro ogni 30 giorni. Il tema era già stato toccato dall’ultima Finanziaria. Il governo infatti a dicembre ha cambiato la vecchia legge del ‘92 che prevedeva che qualora i redditi dell’ospite non fossero stati sufficienti a coprire la retta, la differenza l’avrebbe pagata metà l’Iss e metà “il coniuge e i figli, anche senonconviventi”.Dal 1° gennaio di quest’anno invece “la differenza dell’importo della retta e quanto corrisposto dall’anziano è posta a carico dei famigliari fino al secondo grado di parentela, anche se non conviventi”. Ebbene in questo caso il governo precisa che le famiglie non dovranno pagare l’aumento, ma sempre 1.469,32 euro al mese.
Con la stessa delibera il governo ha disposto inoltre l’adeguamento delle tariffe orarie per gli utenti del Servizio Territoriale Domiciliare in questo modo: 2 euro in più per chi guadagna da 3.866,71 a 5.422,80 euro; 4,10 euro per chi guadagna da 5.422,80 a 6.574,50 euro; 5,55 euro per chi guadagna da 6.574,50 a 7.731,36 euro; 8 euro per i redditi oltre 7.731,36 euro.
A indicare gli aumenti al governo è stato il Comitato Esecutivo dell’Iss sentito il parere della Consulta Sociale e Sanitaria che per legge deve avvallare le scelte. “Le rette erano ferme da 12, 13 anni – spiega il coordinatore della Consulta Marino Serra – e questo abbandono politico” degli aumenti ha portato gradualmente ma costantemente l’Iss a dovere sborsare sempre di più. “Oggi – continua Serra – il costo per assistito a carico dell’Istituto mediamente è di 4.095 euro, quindi la retta copre poco più di un terzo del costo”. Nonostante questa differenza la Consulta ha voluto contenere gli aumenti. “Se gli aumenti fossero stati fatti tutti gli anni in base all’infllazione oggi la retta sarebbe circa il 35% più alta mentre il nostro ritocco è stato del 2,5%. In più l’aumento non è applicato a coloro che non raggiungono con la loro pensione la cifra richiesta”.
Serra non nasconde le pressioni ricevute dalla Consulta in nome della spending review ma nonostante questo per gli anni prossimi non sono al momento previsti altri rincari. “Le rette non devono per forza aumentare – spiega – ma piuttosto devono essere fatti gli accertamenti del reddito, non solo della persona ma anche della famiglia”. In questo senso la Consulta ha fatto ufficialmente qualche mese fa una richiesta al Congresso di Stato di “preparare nel corso dell’anno una legge o un decreto che consenta all’Iss di poter accertare il reddito” degli assistiti dalla casa di riposo in modo da scovare eventuali furbetti.
Infine Serra fornisce i dati del comparto: a fine 2013 gli assistiti totali Iss nelle case di riposo erano 114 di cui 44 ospiti del Casale la Fiorina e 70 degli spazi interni all’ospedale. E proprio la struttura di Fiorina è al centro del dibattito. La suddivisone tra le due strutture, spiega il coordinatore della Consulta, non è la migliore per i costi. “La metà del Casale è vuoto, il personale potrebbe assistere molti più pazienti. Per questo è in corso una discussione tra la segreteria di Stato e l’Iss per valutare la possibilità di spostare quasi tutti gli assistiti là”. Discussione che ha come fulcro il fattore economico. Oggi infatti il costo per gli assistiti a Fiorina varia da 80 a 97 euro al giorno in funzione dello stato dell’assistito, a seconda delle patologie. “In totale – conclude Serra – il costo effettivo annuo sostenuto dall’Iss per gli ospiti del Casale la Fiorina è di 1.530.230 euro, al lordo delle entrate provenienti dalle rette”.
Davide Giardi, La Tribuna